La riforma del fisco e del catasto è stato il tormentone principale di tutta la legislazione Draghi. La battaglia di Mario Draghi contro tutte le forze politiche avverse per mettere in atto la riforma del catasto ha infiammato la discussione tra le istituzioni. Oggi questa riforma si è completamente spenta.
Partiamo dal principio. La riforma del Catasto voluta tanto oluta da Mario Draghi è una riforma strutturale che avrebbe dovuto cambiare il modo con cui si calcolano le metrature degli edifici. Con questa riforma non avremmo più avuto il conto degli ambienti della casa per valutarne la grandezza, ma una rivalutazione secondo il mercato immobiliare, con le misurazioni in metri quadri.
La riforma puntava a una generale rivalutazione del patrimonio immobiliare italiano. Si sarebbe trattato di una gigantesca operazione di ricalcolo di tutti gli immobili del paese, che avrebbe fatto venire alla luce abusi edilizi e false dichiarazioni. Una botta sonora a due dei principali problemi dell’Italia contemporanea: l’abusivismo edilizio e l’evasione fiscale.
Il contro di questa operazione di rivalutazione l’avrebbero sostenuto i contribuenti tramite le loro tasse. La riforma, infatti, avrebbe adeguato il valore degli immobili al valore di mercato, in media più alto di quello attualmente riscontrabile negli uffici del Catasto. Questo avrebbe portato a un generale aumento delle tasse sulla casa, prima tra tutte l’odiatissima IMU. Non solo questo. Ricordiamo che in quel periodo eravamo ancora nel piano della pandemia, dove molti stavano perdendo il lavoro, appellandosi ai bonus statali e, soprattutto, al Reddito di cittadinanza per continuare a campare. Un innalzamento del valore degli immobili avrebbe voluto dire anche l’innalzamento dei redditi dei proprietari di tali immobili, mettendo a rischio quei cittadini al limite del reddito massimo di perdere molti importanti aiuti di Stato.
Nonostante fosse un punto fondamentalre del PNRR, la riforma ha trovato la durissima opposizione della Lega e del Movimento 5 Stelle per tutta la discussione in merito. Arrivati al voto in Senato, pochi giorni fa, il disegno di legge sulla legge delega della riforma fiscale e del Catasto non è stata approvata. Assieme alla riforma del catasto saltano anche i 10 articoli sulla revisione del sistema tributario, con la revisione delle aliquote IRPEF e la riforma della Riscossione. La riforma fiscale e del catasto sono ancora un punto importante del PNRR, anche se non vincolante. L’Unione Europea richiederà un nuovo intervento dello Stato italiano su questo argomento e sarà dovere del nuovo governo trovare una soluzione.
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