L’indennità di accompagnamento è un sussidio molto utile alla pensione di invalidità, ma esistono dei casi in cui può essere revocata.
Ad esempio, cosa succede se il titolare e percettore di pensione di invalidità con accompagnamento viene ricoverato in una casa di cura?
La regolamentazione intorno all’indennità di accompagnamento è molto semplice, così come la burocrazia alle sue spalle. A differenza di tante altre pratiche lunghe e macchinose, ottenere o perdere l’accompagnamento è dettato da poche, semplici regole.
Chi vive con un anziano o disabile con indennità di accompagnamento sarà interessato a scoprire la risposta alla domanda sopra esposta. Per saperla bisogna fare alcune premesse e chiarimenti necessari.
Intanto ricordiamo che l’indennità di accompagnamento viene concessa ai soggetti riconosciuti come invalidi civili al 100%, ovvero a chi non riesce a camminare o compiere atti quotidiani senza l’aiuto costante di qualcuno, in questo caso l’accompagnatore designato.
Chiunque, a prescindere dall’età, può ottenere l’invalidità con accompagnamento; è necessario essere cittadini italiani o di uno Stato parte dell’Unione Europea. Per gli extracomunitari è richiesto presentare il permesso di soggiorno e un indirizzo di residenza stabile.
Chiariamo cosa succede all’indennità di accompagnamento se…
Dunque è abbastanza facile ottenere l’indennità di accompagnamento, che ricordiamo anche essere esentasse e dunque non è necessario dichiarare la cifra nella dichiarazione dei Redditi.
È altrettanto facile però che l’indennità venga revocata. Nel caso esposto sopra, la risposta è sì. Se il titolare della pensione viene ricoverato in una casa di cura, l’indennità di accompagnamento viene revocata, solo se la casa di cura è a carico dello Stato.
Se la cifra richiesta dalla struttura viene pagata per intero, o anche solo in parte, dall’interessato avrà diritto a non aver revocata l’indennità. In ogni caso la sospensione viene attuata solo nei casi in cui il disabile sia ricoverato in reparti di lungodegenza o riabilitativi.
Per le Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) non c’è da preoccuparsi: dato che il costo della struttura è pagato in parte dal SSN e in parte dai pazienti, l’indennità di accompagnamento non può essere revocata.