Entra nel vivo la crisi dell’energia con bolletta aumentata fino al 500%. Adesso la gente inizia a perdere il lavoro
Ormai la crisi energetica non è più un orizzonte da raccontare, ma una situazione attuale che è entrata nelle case degli italiani e nelle fabbriche di migliaia di imprese. Sono numerose le segnalazioni di una bolletta aumentata anche fino al 500% e in molti sono costretti a chiudere le imprese o a limitare il lavoro.
Sono queste le prime conseguenze di una crisi economica che solo adesso inizia ad investire il nostro Paese. La situazione è complessa e necessita di un intervento tempestivo da parte della politica.
“La bolletta è aumentata del 500%, siamo costretti a ridurre il personale”. È questo l’avviso pubblicato su Facebook da Marco Marcuzzo, proprietario del panificio pasticcieria “Sfornati d’arte”, di Riese Pio X. Dopo il rincaro energetico ha deciso di chiudere lo spaccio di Castelfranco Veneto e ridurre i lavoratori.
Si tratta di una ditta aperta di recente dalla Marco Marcuzzo e Maria Rita Munisteri nel 2015, dopo aver completato l’acquisto di “Bosa” a Riese Pio X. Nonostante le prime difficoltà dovute all’avvio di una nuova attività commerciale, i due erano riusciti ad ottenere il successo, ma con i rincari energetici sono arrivati i veri problemi.
Rispetto a marzo 2021, quando la bolletta del gas ammontava a circa 570€, nello stesso mese di quest’anno la fattura era aumentata a circa 1900€, nonostante l’Iva ridotta dal 10 al 5%. Nel mese di agosto, a seguito della riduzione della dimensione dei locali, la bolletta è aumentata ancora a 2300€. Un costo complessivo delle tre utenze che è cresciuto fio a 7.000€.
Gli sforzi sono stati massimi. “Abbiamo cercato di tagliare i costi mettendo fuori produzione le fette biscottate (che richiedono maggiori sforzi) – dice Marcuzzo – io stesso ho rinunciato al mio stipendio da mesi, ma non abbiamo ricevuto alcun tipo di aiuto”. L’imprenditore continua dicendo che gli interventi fatti finora dal governo rappresentano semplicemente “cure palliative”.
Dunque, con i prezzi alle stelle e i consumi elevati, non c’è stata altra scelta che chiudere uno stabilimento. La sensazione è che questa sarà solo una delle tante storie che, da qui alla prossima primavera, sentiremo sempre con più intensità.
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