Per far fronte all’aumento dei prezzi in bolletta, la luce sarà ridotta per 4 ore. Ecco perché questo razionamento potrebbe durare un anno
La crisi energetica è ormai il tema che tiene banco nei dibattiti pubblici e politici, a livello nazionale ed europeo. Si tratta, infatti, di un problema che ha colpito tutti gli stati dell’Unione (ma non solo) e che a breve entrerà ne vivo, a causa dei pensati rincari dell’energia e dell’aumento dei costi.
I tagli alle forniture di gas da parte della Russia di Putin e la sua invasione in Ucraina hanno stimolato la speculazione dei mercati, che ha di fatto giocato un ruolo importante nell’aumento dei costi dell’energia. Dunque, sia L’Unione Europea che il governo stanno reagendo mettendo in atto un piano di risparmio. Per far fronte all’aumento dei prezzi in bolletta, infatti, la luce sarà ridotta per 4 ore. Ecco perché questo razionamento potrebbe durare un anno.
Dopo le recenti decisioni da parte della Russia di bloccare uno dei gasdotti collegati con l’Europa, la Commissione europea ha dato una pesante accelerata sul fronte del caro energia. A Strasburgo, infatti, sarà presentato un taglio dei consumi di corrente (considerato obbligatorio) del 5% durante le ore di massimo consumo energetico.
L’intenzione è quella di introdurre il taglio entro inizio ottobre e l’obiettivo a cui si aspira è quello del risparmio al 10%. Il piano prevede l’intenzione di avere la luce ridotta per 4 ore al giorno: un razionamento che potrebbe durare anche un anno e che ha lo scopo di ridurre i costi in bolletta.
Nel piano sarà richiesto anche un contributo di solidarietà, di un minimo del 33% degli extraprofitti delle industrie fossili e delle raffinerie. Inoltre, verrà fissato un limite ai ricavi per le imprese energetiche che utilizzano fonti meno costose del metano per la produzione energetica, imposto a 180 euro per megawattora.
Soldi che verranno utilizzati per alimentare economicamente aiuti e interventi a favore di aziende e famiglie in maggiore difficoltà a causa del rincaro energetico. Infine, sembra essere fuori discussione il tetto europeo al prezzo del gas. Sono molti gli Stati a dirsi contrari, tra cui l’Ungheria di Orban e la Germania.
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