Si riducono le tempistiche per una nuova riforma delle pensioni. Ecco, quindi, perché vincerà ancora la Legge Fornero
Quello della crisi energetica è un tema che sta monopolizzando (giustamente) lo spazio del dibattito e dell’agenda politica italiana. Tuttavia, a breve potrebbe esserci una nuova emergenza che poco ha a che fare con la guerra in Ucraina, lo stop al gas russo o la pandemia: stiamo parlando delle pensioni.
Più il tempo passa, infatti, e più si riducono le possibilità che si possa arrivare ad una nuova riforma delle pensioni. Con le elezioni imminenti, l’attuale governo non può più affrontare il tema e sarà quindi compito del governo fare qualcosa. Tuttavia, le speranze ad oggi sono poche e sui pensionati aleggia la paura del ritorno della Legge Fornero.
Ecco perché per le pensioni potrebbe esserci il ritorno della Legge Fornero
Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati al voto per eleggere il nuovo parlamento italiano. Sarà questo il voto che determinerà il nuovo governo, il quale avrà fin da subito scadenze particolarmente importanti. Il fronte delle pensioni, infatti, è caldissimo e, senza eventuali modifiche o novità, potrebbe esserci il ritorno della Legge Fornero.
Il tempo è sempre meno e crescono le quotazioni secondo cui verrà mantenuta Quota 102, secondo cui si potrà andare in pensione a 64 anni e con 38 di contributi. Dovrebbero restare in vigore anche le norme che daranno la possibilità di accesso all’assegno pensionistico al riparto dalla Legge Fornero.
Con il decreto del 27 ottobre 2021, vi sarà la possibilità di andare in pensione a 67 anni e con 20 di contributi, accedendo quindi a Quota 87. Inoltre, c’è chi avanza le ipotesi di una possibile introduzione della possibilità di andare in pensione a 42 anni e con 10 mesi di contributi, mentre 41 anni e 10 mesi per le donne, la quale resterà fino al 2026,
Con l’assegno di esodo, prevista dalla rinomata riforma Fornero, vi è la possibilità di andare in pensione in anticipo 7 anni prima. In questo caso, però, le aziende potranno optare per i contratti di espansioni, per cui verrà assunto un giovane al posto di un numero di lavoratori che hanno terminato il rapporto lavorativo.
Inoltre, è prevista la proroga di Ape social per il 2023, la quale permette di andare in pensione grazie al calcolo contributivo dopo aver raggiunto i 58 anni di età e i 59 per le lavoratrici autonome, oltre ai 35 anni di contributi.