Beffa in arrivo per oltre 400 mila persone. Adesso la promessa di Draghi rischia di compromettere tutto. Svelati tutti i dettagli su questo bonus.
C’è un vero e proprio allarme relativo al sostegno introdotto dal Governo Draghi. C’è il rischio che oltre 400 mila persone vengano escluse. Ecco tutte le informazioni su questo argomento molto caro agli italiani.
Non sono ancora arrivati i 200 euro, bonus una tantum previsto dal Governo Draghi, a chi ha la Partita Iva. Sarebbero circa 400 mila lavoratori dipendenti che rischiano di non ricevere il beneficio. Tra autonomi, professionisti e micro imprenditori, c’è una bella fetta di cittadini che non ha ancora ricevuto l’incentivo economico del Governo che serve a contrastare l’inflazione e il caro bollette. Ecco tutti i dettagli.
Bonus, la promessa di Draghi beffa 400 mila persone
A chiarire la situazione è Confesercenti che ha denunciato questa situazione. “Per ricevere il Bonus 200 euro di Draghi molte persone saranno costrette all’ennesimo click day”. Cosa significa? In pratica sarà bisogno di inviare la domanda online per ricevere i soldi e, in base all’ordine cronologico delle richieste, saranno versati i soldi. In questo modo, però, molti lavoratori rischiano di restare senza bonus. Visto che la cifra messa a disposizione dal Governo è di 600 milioni. Secondo le stime di Confesercenti, questi soldi basterebbero solo per 3 milioni di persone.
“E’ una lotteria inaccettabile”, protestano i lavoratori. “Non si può dare il sostegno in base all’ordine cronologico delle domande. Rischia di tagliare fuori molte persone”.
Ovviamente, per ricevere il bonus 200 euro, bisognerà rispettare anche un requisito ovvero avere un reddito Isee non superiore ai 35 mila euro. “Rischiano di essere tagliati fuori fino a 400 mila lavoratori. Forse non è chiaro che il rischio è quello di essere esclusi da un sostegno che dovrebbe essere un loro diritto”, afferma Confesercenti. “E’ una stortura inammissibile per questa categoria che è già in crisi a causa del caro bollette”.
Anche altre categorie ed associazioni si sono unite alla protesta ed hanno evidenziato gli stessi problemi. Per i lavoratori dipendenti e i pensionati tutto è filato liscio con l’erogazione che è partita a luglio. Per quelli autonomi, invece, è un discorso ancora lungo e complicato che – a questo punto – rischia di lasciare fuori ben 400 mila persone.