Dopo le elezioni potrebbe cambiare tutto rispetto alla questione del sistema pensionistico. Ecco le pensioni minime dopo il 25 settembre
Le elezioni politiche si avvicinano: il 25 settembre 2022 gli elettori dovranno decidere i loro rappresentati che andranno poi a formare il nuovo parlamento e, successivamente, un nuovo governo per il Paese. Dopo la tornata elettorale cambieranno molte cose e il nuovo esecutivo dovrà immediatamente cercare soluzioni a problemi imminenti, come la crisi energetica e le pensioni.
Riguardo quest’ultimo tema, c’è molta tensione tra i lavoratori che vorrebbero capire al più presto quando potranno terminare il loro rapporto lavorativo e godersi i frutti della fatica.
Dopo le elezioni di settembre, infatti, potrebbe cambiare tutto su questo fronte. Ecco cosa potrebbe succedere con le pensioni minime di 1000 euro proposte da Berlusconi.
Come ad ogni tornata elettorale, Silvio Berlusconi ha battuto tutti sul tempo almeno per quanto riguarda la proposta politica di maggior impatto da parte del suo partito. Subito dopo l’annuncio delle prossime elezioni fissate al 25 settembre, l’ex premier ha promesso l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro. Si tratta di un vecchio cavallo di battaglia del leader di Forza Italia, in quanto propose la stessa misura durante la campagna elettorale del 2018, oltre ad aver parlato di una modifica degli importi pensionistici anche nel 2001. Ma dopo il 25 settembre, con una vittoria del Centrodestra, si potrebbe davvero arrivare alle pensioni minime rialzate a 1000 euro?
Per quanto riguarda le altre forze della coalizione, la Lega non ha ancora parlato di aumentare le minime fino a 1000 euro. D’altro canto, Fratelli d’Italia (dato primo partito dai sondaggisti) ha indicato un possibile aumento delle pensioni minime e sociali, oltre ad un innalzamento “progressivo delle pensioni di invalidità”. Tuttavia, si tratta di una misura che costerebbe circa 31,2 miliardi di euro, secondo quanto riportato dall’Osservatorio dei conti pubblici italiani di Carlo Cottarelli. Nel report viene indicato che i pensionati che hanno un reddito fino al trattamento minimo di 515,58€ sono circa 2,1 milioni. Se davvero l’intenzione fosse di portare a 1.000 euro le pensioni minime di tutti i percettori, allora il costo ammonterebbe a circa 19,5 miliardi. Se a questi si aggiungono anche coloro che possiedono un reddito fino a due volte il trattamento minimo, il costo per lo Stato sarebbe di circa 31,2 miliardi di euro.
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