I prezzi della carne sta cambiando in maniera velocissima e questo sta pesando sul modo di alimentarsi degli italiani. Approfondiamo l’argomento.
La crisi energetica non sta avendo effetti solamente sul prezzo dei carburanti ma anche su quello dei beni alimentari. I dati in particolare rivelano che i prezzi della carne stanno cambiando in maniera velocissima.
Il Presidente di Unaitalia, Antonio Forlini, ha fatto sapere che l’accesso al cibo è messo in pericolo dalla speculazione sui prezzi relativi all’energia e alle materie prime.
L’inflazione in particolare sta finendo per impoverire le famiglie, indebolendone il potere d’acquisto. Durante il mese di agosto, difatti, è stata registrata sul 9,1 per cento. Il dato dunque non fa che confermare il fenomeno di erosione delle finanze degli italiani che difatti si trovano in serie difficoltà economica. In molti casi, infatti, si fa non poca fatica a riuscire ad arrivare alla fine del mese. Al rialzo dei prezzi dovrebbe corrispondere anche un aumento dello stipendio che invece non risulta essere sufficiente a sostenere le conseguenze del carovita. Questo vale soprattutto nel caso delle famiglie numerose che purtroppo si trovano a dover scegliere tra pagare per mangiare o per riscaldarsi. Proprio per contrastare i danni generati dall’inflazione, molti nuclei familiari stanno riducendo il consumo di carne. A tal proposito, Forlini ha spiegato che effettivamente si sta assistendo ad un rialzo dei prezzi al dettaglio relativo a questo alimento. Il motivo è dovuto al fatto che le imprese stanno facendo i conti con il caro energia e materie prime.
L’instabilità dei mercati sta inevitabilmente allarmando molte imprese che difatti chiedono l’introduzione di meccanismi volti a stabilizzare le speculazioni. Queste inevitabilmente stanno obbligano le imprese a sostenere costi altissimi e nel frattempo continuare a portare avanti la produzione. La proposta, in particolare, è quella di procedere con il taglio dell’iva sulle carni dal 10 per cento al 5 per cento. Il Presidente di Unaitalia ha spiegato che pur trattandosi di una misura molto utile non è sufficiente. Il rischio è quello di portare al tracollo i settori produttivi interi. Non resta dunque che auspicare un intervento più incisivo da parte del governo in favore di famiglie e imprese.
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