I fondi per il bonus partite Iva non basteranno per accontentare tutti i richiedenti: in quanti non riceveranno l’indennizzo
Arrivare ad ottenere il bonus partite Iva sembra diventata una corsa con tanti partecipanti per pochi posti. In molti infatti resteranno indietro e non potranno godere del beneficio. C’è ancora da capire molto riguardo alla modalità di richiesta, visto che non si sa ancora quando sarà possibile presentare la domanda, anche se le date di inizio e fine sono comunque state individuate.
Si aspettano però ancora notizie ufficiali in merito ed è probabile che si arriverà all’ennesimo click day, con l’incentivo che sarà erogato fino ad esaurimento delle risorse, pertanto a molti ma non a tutti. Chi si muoverà per primo avrà quindi più chance di rientrare tra quelli che riceveranno il famoso bonus 200 euro per le partite Iva. In un periodo tanto complicato come questo non è proprio il massimo.
Bonus partite Iva, quanti rimangono fuori
A protestare e a richiamare il governo sulla questione ci pensa Confesercenti. Al contrario dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, l’indennizzo una tantum per gli autonomi non è automatico. Inoltre è necessario che i richiedenti siano in possesso di determinati requisiti, tra i quali un reddito assoggettabile ad IRPEF inferiore a 35mila euro e non essere titolari di una pensione.
Tra i requisiti ci deve essere anche quello di non aver già beneficiato del bonus 200 euro e di essere iscritto alla data 18 maggio alla forma di previdenza sociale obbligatoria. La domanda va inoltrata direttamente all’Inps o alla diversa cassa previdenziale cui si appartiene. Ci sono poi regole ad hoc per le domande per il bonus in caso di doppia cassa previdenziale.
Come detto il rischio è che qualcuno rimanga tagliato: circa 400mila lavoratori, dal momento che i potenziali beneficiari del bonus 200 euro partite Iva sono 3,4 milioni e i fondi possono accontentare solo 3 milioni di richiedenti.