Si pronuncia la Corte di Cassazione sulla prassi delle bollette a 28 giorni giudicandola non legale. Almeno una buona notizia per i consumatori mentre continua a martellare sulle nostre teste il martello pneumatico del caro bollette.
La Corte di Cassazione ha definitivamente posto fine ai ricorsi fatti dalle compagnie energetiche in materia di bollette a 28 giorni. Si tratta di una sentenza importante perché da un po’ di respiro ai consumatori, che avranno, fortunatamente, almeno un po’ di tempo in più per pagare delle bollette comunque salatissime.
Il ricorso era stato presentato da Fastweb in merito alla contestazione di una multa fatta dall’Autorità per le Garanzia della Comunicazione di 1,6 milioni di euro.
Bollette, buone notizie: la prassi dei 28 giorni non è legale
La multa era stata fatta per il mancato rispetto delle norme sulla cadenza mensile del rinnovo delle offerte per la telefonia fissa e per quella fisso-mobile. La multa a colpito, oltre a Fastweb, anche altre agenzie telefoniche, Tim, Wind3 e Vodafone, per l’aumento tariffario dell’8,6% ottenuto grazie a un’interpretazione considerata irregolare delle clausole del contratto.
Sebbene i contratti delle tariffe telefoniche fisse e fisse-mobili specificassero che la fatturazione dovessere essere fatta mensilmente, le compagnie telefoniche cambiavano questa regola sfruttando l’interpretazione dei 28 giorni. Il calcolo delle fatturazioni non veniva fatto al mese, ma ogni 4 settimane. Questo potrebbe sembrare niente, visto che mediamente i mesi hanno 4 settimane, ma la realtà è che cambia tutto, andando di fatto ad aumentare il prezzo degli abbonamenti. A seguito della multa di Agcom alle diverse compagnie, Fastweb aveva fatto ricorso in appello contro il Tar del Lazio che aveva confermato la multa. La sentenza era però stata confermata dal tribunale nel 2020 e Fastweb si è rivolta alla Corte di Cassazione.
Con una nuova sentenza della Corte di Cassazione la prima sentenza è stata confermata per la terza volta. La prassi di contare la fatturazione in 28 giorni, o 4 settimane, anziché mensile è stata considerata illegale perché pregiudizievole per l’utenza. Un’ottima notizia per i consumatori, che in un periodo molto complesso per le spese e il debito domestico, si trovano con un poco di risparmi in più che non dovranno più dare alle compagnie telefoniche. Le quali, comunque, li stavano ottenendo tramite delle interpretazioni unilaterali nei contratti.