Annunciato qualche settimana fa da un comunicato della Gazprom, avviene oggi la chiusura del gasdotto Nord Stream. Per 3 giorni l’Europa non riceverà gas dala Russia e le misure del Governo italiano potrebbero non essere sufficienti.
Era già successo durante i primi mesi della guerra e già all’ora molti governi europei erano andati nel panico. Con la giustificazione di un intervento di manutenzione a una delle turbine, Gazprom ha annunciato che il gasdotto Nord Stream, il principale gasdotto di collegamento tra Russia ed Europa, ha chiuso il 31 agosto e così resterà fino al 3 settembre.
Questa mossa del Cremlino è solo una delle molte che compongono la grande guerra del gas tra Russia e Unione Europea. La quale sta mettendo in seria difficoltà sia i governo dei paesi dell’Unione, sia i cittadini, che stanno subendo gli effetti economici della riduzione drastica del gas in commercio. In Italia le imprese stanno cominciando a chiudere per colpa delle bollette troppo alte, con conseguente perdita del lavoro da parte di molti dipendenti. Gli aiuti del Governo Draghi sono ingenti, circa 50 miliardi di euro sul tavolo da quando è iniziata la guerra, il terzo numero più alto in Europa, ma potrebbero non essere sufficienti.
Il premier italiano si è fortemente opposto a uno spostamento del bilancio in favore di nuovi aiuti, con una presa di posizione così netta da suonare come un messaggio politico. I quasi 50 miliardi di euro stanziati, più gli ulteriori 9 miliardi in arrivo grazie all’extra-gettito degli aumenti dell’energia, dovranno essere sufficienti perché, sembra dire Draghi, non si può fare di più. Prima di confrontarsi sul tema dei nuovi interventi, il piano è di attendere il Consiglio UE straordinario per l’Energia, programmato per il 9 settembre.
Da quel Consiglio ci si aspetta che i leader dell’Unione Europea escano con un piano comunitario di aiuti per contrastare il caro-energia. La soluzione più probabile sarà quella di un tetto massimo del prezzo del gas al livello europeo, ma solo quello utilizzato per la produzione di corrente elettrica. La Germania in particolare sarebbe fortemente a favore di un tetto massimo al prezzo del gas. Sia dal Governo Sholz che dall’opposizione tedesca arrivano messaggi di sostegno a questa proposta.