Il rincaro dei prezzi del carrello della spesa per colpa dell’inflazione diventa ogni giorno più gravoso. Il prezzo di latte e biscotti raggiunge livelli impensabili fino a un anno fa a causa della mancanza di materie prime e dei problemi legati alla produzione.
Uno dei settori in cui l’inflazione si fa maggiormente sentire è quello della spesa quotidiana. I beni di consumo, anche quelli essenziali, stanno sempre più salendo di prezzo, diventando una vera e propria sfida per i consumatori.
L’inflazione è attualmente al livello di 8,4%, il più alto mai registrato dal 1985. Questo influisce su tutti i prezzi dei beni di consumo.
Si calcola che di media i prezzi dei prodotti siano saliti di oltre il 9%, ma alcuni prodotti sono particolarmente impegnativi da acquistare. Questo perché si sono trovati in posizioni particolarmente scomode per quanto riguarda materie prime utilizzate e possibilità di produzione. In particolare ad aumentare sono latte e biscotti, entrambi legati in qualche modo al grano.
Il prezzo dei biscotti al supermercato è aumentato di circa il 9,8%, mentre quello del latte è aumentato addirittura del 19%. I dati sono riportati da una ricerca di Coldiretti, che mette sull’attenti anche per altri prodotti che hanno subito enormi aumenti di prezzo. Il pane è ora il 13% più caro dell’anno scorso, lo zucchero ha subito un aumento del 14,9%, il burro del 33,5%, le marmellate del 7,9% e infine il caffé è aumentato di prezzo di una media attorno al 6,7%. L’aumento dei prezzi non risparmia neanche chi sceglie una colazione naturale, visto che lo yogurt è aumentato del 12,1%, la frutta dell’8,3% e i cereali da colazione del 5,5%.
Tutti questi prodotti sono, quale più e quale meno, riconducibili ad aziende agricole e allevamenti che, prevedibilmente, non se la stanno passando affatto bene. Le coltivazioni hanno subito una brutta battuta d’arresto non solo per l’aumento dei costi dell’energia, essenziale per mantenere alta la produzione, ma anche per la siccità. Un’estate particolarmente calda e senza nessuna o quasi precipitazione ha reso molto difficile la vita agli agricoltori, che si sono trovati a secco anche di acqua dolce da utilizzare per irrigazioni. Acquistare dall’estero è poi stato reso complesso dalla crisi energetica e dei carburanti, dopo che per due anni c’erano già stati problemi ai trasporti a causa della pandemia.
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