Arrivano le bollette: i datori di lavoro iniziano a licenziare

Iniziano ad arrivare le prime conseguenze della crisi energetica. Con l’arrivo delle bollette alcuni datori di lavoro hanno cominciato a licenziare

A causa dei rincari energetici iniziano ad emergere le prime difficoltà per aziende e imprese, le quali non riescono ad ammortizzare i costi diventati ormai esorbitanti. Si tratta di uno dei rincari energetici peggiori degli ultimi anni e molte imprese sono in grave difficoltà.

ANSA/TINO ROMANO

A far notizia, oggi, è la decisione di un’azienda veneta che, per via della difficile situazione economica ha deciso di ridurre i consumi tagliando sul personale. Si tratta di un fenomeno strettamente correlato all’aumento del prezzo del gas. Con l’arrivo delle bollette alcuni datori di lavoro hanno cominciato a licenziare.

Con l’arrivo delle bollette esorbitanti alcuni datori di lavoro hanno cominciato a licenziare

“Causa rincari energetici al 500% siamo costretti a ridurre il personale e chiudere lo spaccio di Castelfranco Veneto”, è questo il messaggio pubblicato su Facebook da parte di Marco Marcuzzo, titolare del panificio “Sfornati d’arte” di Riese Pio X. L’uomo ha infatti dato notizia della chiusura di uno delle due attività, a causa dell’aumento esorbitante dei costi in bolletta.

L’azienda è solo una delle prime vittime che deve arrendersi all’incredibile aumento dei prezzi dell’energia. A causa della guerra in Ucraina e delle continue speculazioni dei mercati, i prezzi in bolletta sono arrivati alle stelle, causando problemi non da poco per famiglie e aziende.

La notizia di Sfornati d’arte sembra infatti poter essere una delle prime di una lunga serie. A causa delle bollette esorbitanti, infatti, alcuni datori di lavoro hanno cominciato a licenziare personale o addirittura a chiudere le attività. La bolletta del panificio, infatti, è passata nel giro di un anno da 570€ a marzo, a oltre 1.900€ nel mese di agosto. Una situazione insostenibile che ha costretto il titolare dell’azienda a prendere questa drastica decisione.

Nonostante sia stato fatto tutto il possibile per risparmiare “mettendo fuori produzione le fette biscottate, che necessitano di più manodopera”, dice il titolare, non si è potuto evitare la scelta di chiudere uno dei due locali. Lo stesso Marcuzzo ha dichiarato di aver deciso di rinunciare allo stipendio e che fino ad ora non è stato ricevuto nemmeno un aiuto da parte dello Stato.

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