Manca ormai pochissimo al ritorno della Legge Fornero. Ancora 4 mesi e non si potrà fare più nulla. Ecco le proposte in campo
Gli italiani si erano del tutto illusi di poter finalmente ottenere una nuova riforma delle pensioni grazie all’attuale governo. Ma i sogni sono svaniti dal momento in cui l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni a causa della crisi innescata dal Movimento 5 Stelle (e poi alimentata da Lega e Forza Italia).
Dunque, oltre a quello dell’energia e della crisi del gas, sarà proprio la pensione uno dei temi più caldi della prossima campagna elettorale, fino al 25 settembre, giorno in cui si andrà al voto. Tuttavia, manca pochissimo al ritorno alla Legge Fornero. Ancora 4 mesi di tempo, infatti, e non si potrà fare più nulla. Ecco le proposte in campo.
4 mesi al ritorno della Legge Fornero: ecco cosa vuole fare Salvini
Lo spauracchio del ritorno alla Legge Fornero per le pensioni (previsto il 1° gennaio 2023 se non si trova una valida alternativa) sarà uno dei temi più caldi della prossima campagna elettorale. La paura è infatti quello del ritorno ai vecchi requisiti previsti dalla controversa riforma realizzata dal governo tecnico guidato da Mario Monti.
Sono dunque molte le proposte messe sul tavolo da parte delle varie forze politiche. Gli elettori, infatti, si aspettano risposte concrete ad uno dei maggiori problemi che influirà sul futuro delle persone e dei lavoratori.
Il Centrodestra ha deciso di incalzare i propri avversari proponendo Quota 41. È questa, infatti, l’idea di Salvini per far fronte all’avanzamento della possibilità di un ritorno alla Legge Fornero. Nonostante non sia considerata una soluzione particolarmente efficace, a quanto pare ha ricevuto il supporto da alcuni sindacati, anche se a frenare potrebbero essere gli elevati costi previsti per la sua attuazione.
Intanto, Forza Italia rilancia per un aumento delle pensioni minime a 1000 euro, mentre la Meloni si è portata avanti con la proposta incrementale.
Sul fronte del Centrosinistra, si propone una maggiore flessibilità dell’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni d’età. Inoltre, è stata proposta una pensione di garanzia per i giovani e per coloro che svolgono mansioni lavorative considerate usuranti. Infine, si chiede la conferma di Ape Sociale e Opzione Donna.