Versamento contributi INPS in ritardo: cambiano gli interessi per la dilazione
Il versamento dei contributi è un passaggio fondamentale per il lavoratore. Questo procedimento rappresenta infatti la copertura assicurativa in caso di malattia, maternità ed ovviamente la pensione. Il versamento dei contributi è un obbligo di legge. Per i lavoratori dipendenti questo obbligo è rispettato dai datori di lavoro, che operano come sostituti di imposta. Per questo motivo il lavoratore dipendente non si occupa in prima persona del versamento di tali contributi, ma di fatto questo obbligo sussiste. I lavoratori autonomi invece si occupano in prima persona del versamento dei contributi.
Il mancato versamento può causare sanzioni anche importanti ai datori di lavoro, se non provvedono al versamento per conto dei propri lavoratori dipendenti, oppure sanzioni ai lavoratori autonomi, per il mancato versamento.
L’onere contributivo incombe sia sul lavoratore, mediante una trattenuta in busta paga, sia sul datore di lavoro. Tuttavia, l’obbligo di pagamento dei contributi è gravante esclusivamente sul datore di lavoro, il quale è tenuto a versare le trattenute entro il giorno 16 del mese successivo a l’ultimo periodo di paga.
Non arrivano buone notizie per chi versa contributi in ritardo. La circolare INPS n. 98 del 29 agosto 2022 ha annunciato che ci sarà un aumento dei tassi d’interesse che verranno applicati al tardivo versamento del lavoratore autonomo o del datore di lavoro. Il costo passa dal 6 al 6,5 per cento a partire dal 27 luglio 2022. Questo significa che tutti coloro che richiedono un piano rateale di pagamento dei contributi nei confronti dell’Inps dovranno sobbarcarsi maggiori oneri debitori.
Il nostro ordinamento prevede una procedura “premiante” per coloro che, di propria spontanea volontà e prima di ricevere le relative comunicazioni da parte degli organi di controllo, denunciano la propria situazione debitoria, purchè essa avvenga comunque entro un anno dal termine stabilito dal termine ultimo per il pagamento dei contributi. In questo caso, è previsto il pagamento dell’importo evaso e di una sanzione civile applicata ai contributi evasi e pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorato di 5,5%.
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