Ecco che cosa potrebbe accadere alla tua pensione se decidi di smettere di lavorare tra settembre e dicembre 2022
Mentre il governo viene sfiduciato dalla maggioranza (la crisi, innescata dal Movimento 5 Stelle, ha visto poi il ruolo decisivo di Forza Italia e Lega), in Italia iniziano ad affacciarsi problemi molto complicati che non possono essere tralasciati.
L’attuale esecutivo, guidato da Mario Draghi, non è infatti riuscito a realizzare una riforma delle pensioni che scongiuri definitivamente il ritorno alla Legge Fornero. In attesa della formazione di un nuovo governo, molti si chiedono cosa potrebbe accadere alla pensione se si decide di smettere di lavorare tra settembre e dicembre 2022. Ecco gli scenari.
Ecco cosa accade alla pensione per chi smette di lavorare tra settembre e dicembre 2022
Quella della pensione è un vero e proprio traguardo ambitissimo dalla gran parte dei lavoratori che, dopo anni di servizio, vorrebbero ritirarsi a vita privata. Tuttavia, negli ultimi anni questo traguardo è stato particolarmente difficile da raggiungere, a causa dei travagliati percorsi che portano al successo. Ma mentre si aspetta un nuovo governo e una nuova riforma delle pensioni, molti si chiedono cosa succede alla pensione se si smette di lavorare tra settembre e dicembre 2022.
Nonostante il percorso di una nuova riforma delle pensioni sia stato letteralmente bloccato dalla crisi di governo, è ancora possibile andare in pensione anticipata. È infatti possibile usufruire di Opzione Donna, che permette di terminare il rapporto lavorativo già a 58 o 59 anni, con 35 di contributi, con un taglio all’assegno di circa un terzo.
Tuttavia, in vista delle elezioni, le varie forze politiche in campo hanno avanzato le loro proposte per una nuova riforma pensionistica. Il Centrodestra ha parlato (soprattutto Berlusconi con Forza Italia) di un aumento delle pensioni minime, di invalidità e sociali. Salvini, invece, propone Quota 41, che prevede la possibilità di ottenere la pensione con 41 anni di contributi.
Il centrosinistra prevede l’estensione della possibilità della pensione anticipata per tutti quei lavoratori che ricoprono lavori usuranti, o lavori di cura in un ambito familiare.
Il Movimento 5 Stelle, invece, ha avanzato la possibilità di un bonus per le mamme in relazione ad ogni figlio avuto. Questo permetterebbe di uscire con alcuni mesi di anticipo dal mondo del lavoro.