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Pensione anticipata per le donne, c’è una brutta sorpresa

Published by
Bruno Galvan

Arrivano brutte notizie per le lavoratrici che hanno scelto di andare in pensione con il trattamento Opzione Donna.

L’Opzione Donna consente alle lavoratrici di andare in pensione prima a patto di ricevere un assegno calcolato con il metodo contributivo. Le destinatarie sono tutte le lavoratrici dipendenti nel settore pubblico e privato e le lavoratrici autonome, in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995.

Restano escluse da questo trattamento pensionistico:

  • Coloro che abbiano già esercitato l’opzione al sistema contributivo con effetti sostanziali
  • le lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS, di cui all’art. 2, comma 26 della legge 335/1995
  • le donne che abbiano già maturato il diritto alla pensione (di vecchiaia o anzianità) in base alla normativa vigente.

Quali sono requisiti Opzione Donna?

  • Per accedere alla misura di pensione anticipata Opzione Donna sono obbligatori i seguenti requisiti:
  • 35 anni di anzianità contributiva;
  • 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti;
  • 59 anni di età per le lavoratrici autonome.

I 35 anni di contribuzione sono calcolati al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti. Nel calcolo sono compresi i contributi accreditati o versati a qualsiasi titolo. Opzione Donna non permette il cumulo gratuito dei contributi, ovvero la possibilità di sommare la contribuzione versata in diverse gestioni pensionistiche. Per ricevere la pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, ma non la cessazione dell’attività di lavoratrice autonoma.

Opzione Donna: quanto è assegno pensione?

L’assegno del trattamento pensionistico Opzione Donna si calcola con metodo interamente contributivo. A differenza del metodo retributivo, che calcola la pensione sulla base delle ultime retribuzioni, il metodo contributivo si basa sui contributi versati e accantonati nell’intera vita lavorativa. A partire da questi contributi, che vengono chiamati montante, viene calcolata la cifra dell’assegno attraverso specifici coefficienti di trasformazione, che generalmente tengono conto dell’età ma anche dell’aspettativa di vita. Con Opzione Donna, l’aspettativa di vita non è tenuta in considerazione. Generalmente, un assegno pensionistico interamente contributivo comporta in media un taglio tra il 25 e il 30% dell’importo rispetto ad un calcolo con sistema retributivo o misto.

Oltre all’aspetto economico Opzione Donna risulta poco conveniente anche per i tempi di attesa di chi possiede i requisiti. Per le lavoratrici dipendenti si tratta di dover aspettare 12 mesi dalla maturazione dei requisiti. Cioè 58 anni di età e 35 di contributi. Le autonome devono, invece, aspettare 18 mesi, ma possono continuare a lavorare.

 

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