Ci sono alcuni lavoratori che andranno in pensione a 61 anni e 7 mesi a prescindere dalla legge Fornero.
In attesa di capire come il nuovo Governo intenderà evitare la legge Fornero, c’è una categoria di lavoratori che a 61 anni e 7 mesi può andare a prescindere in pensione poichè il loro lavoro rientra tra le attività usuranti.
Il termine usurante indica qualcosa che ti consuma con il passare del tempo. Il vero problema, ancora oggi, sta nell’individuare una sistema di valutazione oggettivo per evitare discriminazioni tra lavoratori. Con il decreto 19 maggio 1999, il cosiddetto “decreto Salvi”, sono stati indicati i criteri di valutazione, che riportiamo di seguito integralmente:
- l’attesa di vita al compimento dell’età pensionabile;
- la prevalenza della mansione usurante;
- la mancanza di possibilità di prevenzione;
- la compatibilità fisico-psichica in funzione dell’età;
- l’elevata frequenza degli infortuni, con particolare riferimento alle fasce di età superiori ai cinquanta anni;
- l’età media della pensione di invalidità;
- il profilo ergonomico;
- l’esposizione ad agenti chimici, fisici, biologici, individuati secondo la normativa di prevenzione vigente.
Si tratta, come vedi, di elementi che richiedono, singolarmente, di attente valutazioni tecnico-scientifiche e mediche, al fine di poter individuare la componente usurante nella mansione svolta. Il periodo minimo di attività considerata lavoro usurante è pari a 7 anni, i quali dovranno essere svolti negli ultimi 10 anni di lavoro.
I lavoratori che hanno svolto un lavoro usurante e gravoso potranno andare in pensione con Quota 97, ovvero:
- con un’età minima di 61 anni e 7 mesi;
- con 35 anni di contributi versati.
Ci sono alcune precisazioni da fare nel caso del lavoro notturno. I requisiti sopra indicati saranno validi per coloro i quali svolgano un lavoro notturno:
- per almeno 3 ore, tra la mezzanotte e le cinque, nell’intero anno lavorativo;
- per almeno 6 ore, tra la mezzanotte e le cinque, per almeno 78 giorni l’anno.
Chi svolge un lavoro notturno per meno di 78 giorni all’anno, invece, potrà andare in pensione con un aumento di età:
- pari a 1 anno, se il lavoro è stato svolto per un numero totale di giornate compreso tra 72 e 77;
- pari a 2 anni, se il lavoro è stato svolto per un numero totale di giornate compreso tra 64 e 71.
Per i lavoratori che sono impiegati in cicli produttivi del settore industriale e che svolgano turni di 12 ore, per almeno 78 giorni all’anno, si dovranno moltiplicare i giorni effettivamente svolti per il coefficiente 1,5.