Crescono le tariffe del gas. L’Italia rischia seriamente la recessione tra pochi mesi.
Continua a crescere il costo del gas. Le conseguenze su imprese e famiglie italiane stanno diventando sempre di più drammatiche. Il rincaro generale dei prezzi dovuta all’inflazione rischia di portare il nostro Paese in recessione economica. La stangata della crisi energetica, causa guerra tra Ucraina e Russia, rappresenta il colpo di grazia decisivo per l’Italia ma in generale per tutta l’Europa. Il rincaro di gas e luce, da quando è iniziato il conflitto bellico, è stato tra il 150-160%. Un vero e proprio salasso anche se il peggio ci aspetta da ottobre in poi quando ci sarà un ulteriore aumento del costo. Molte imprese rischiano di fermarsi o addirittura chiudere perchè la spesa per gas e luce sta diventando una voce di costo insostenibile. Chi decide di continuare a produrre venderà il prodotto più caro per avere un margine di ricavo sostenibile. Tutto questo si traduce in un aumento del prezzo nei confronti del consumatore finale ormai sempre con meno potere d’acquisto.
Aumenta prezzo gas: al via il razionamento?
Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, ha lanciato l’allarme per quanto riguarda l’aumento del costo di energia e gas per tutte le imprese italiane: “E’ una follia pagare questi prezzi oggi in un momento in cui il mercato dell’energia sta esplodendo. Chiediamo – ha detto Bonomi al Tg5 – di avere una quota nazionale di produzione da fonti rinnovabili a costo amministrato riservata all’industria manifatturiera così come fanno altri paesi in Europa e intervenire sul costo della bolletta anche utilizzando risorse comunitarie”.
Le sanzioni imposte alla Russia per l’invasione dell’Ucraina rappresentano un’arma a doppio taglio per l’Unione Europea. Non è un mistero che Putin abbia ridotto i rifornimenti di gas all’Europa provocando non pochi disagi ed un aumento del costo generale. Per questo motivo la UE ha varato un piano di razionalizzazione di gas e luce per non sottostare più a questa sorta di ricatto russo.
Dal 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023 l’obiettivo di riduzione della domanda di gas in tutti gli Stati membri sarà del 15%. La Commissione potrà anche, previa consultazione con i governi nazionali, dichiarare uno stato di ‘allerta’ per carenza di forniture che renderà questo obiettivo obbligatorio. Il piano di riduzione del consumo si concentra invece in particolar modo sulla sostituzione del gas con altri combustibili e sul risparmio di energia in generale in tutti i settori. Uno degli obiettivi è salvaguardare le forniture per le famiglie e le strutture essenziali come gli ospedali e le industrie che producono beni e servizi fondamentali per l’economia.