Le preoccupazioni di inizio anno si fanno realtà: ora sul gas nessuno si fa più illusioni e potremmo essere ad un passo dai razionamenti
La crisi dell’energia sarà determinante da qui a breve. Se già da novembre 2021 molte aziende hanno trovato parecchia difficoltà a causa di bollette salatissime, situazioni come queste saranno (e lo sono già tutt’ora) la normalità da qui ai prossimi mesi. Il costo dell’energia, infatti, sarà il vero problema che dovranno affrontare decisori politici e cittadini, ma molti hanno già perso la fiducia.
Mentre i costi della vita aumentano, a creare particolare preoccupazione sono i rincari energetici, in particolare quelli del gas e dell’elettricità. Ad oggi, infatti, nessuno si fa più illusioni su una possibile soluzione a breve termine del problema e, mentre la politica non riesce a dare le risposte, ci troviamo ad un passo dai razionamenti. Ecco cosa succede.
Anche oggi il prezzo del gas continua ad aumentare, causando preoccupazioni per cittadini ed imprese. Mentre Carlo Bonomi, presidente della Confindustria, ha dichiarato che andrebbe attuato il prima possibile il piano di razionamento dei consumi, la parte politica sembra non voler ascoltare.
Nella giornata di ieri, dopo aver raggiunto la cifra record di 300 euro al megawattora, il prezzo del gas si è stabilizzato a 276€. Ma i timori crescono ogni giorno di più, così come la paura di cittadini e imprese di veder chiudere attività e andare in contro molto presto a razionamenti energetici.
Ad agitare ancora di più imprese, mercati e decisori politici vi è la possibilità tutt’ora non esclusa di possibili nuovi razionamenti di gas da parte della Russia. Un nuovo taglio agli approvvigionamenti, infatti, potrebbe dare il via a una pesante recessione e alla decisione di importanti razionamenti di energia.
Nonostante il governo Draghi abbia preso dei provvedimenti importanti, emanando misure a sostegno di cittadini e imprese, non è stato affatto sufficiente. Proprio per questo, il governo in carica potrebbe presto assumersi delle responsabilità importanti che vanno oltre lo sbrigo degli affari correnti in cui si trova un governo dimissionario. Ma questa, rischia di essere un’emergenza paragonabile a quella del Covid 19.
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