Gas russo in Europa: arriva una importante notizia
L’aumento dei prezzi del base dallo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina è diventato un grosso problema per l’Europa. Gran parte delle forniture dei Paesi Europei proviene dalla Russia. Putin, dopo le varie sanzioni per l’aggressione all’Ucraina, ha ridotto drasticamente i flussi di gas all’Europa con conseguenze pesantissime per l’economia dei singoli Stati. Specialmente chi non ha un quantitativo di riserve di gas utili a mantenere il fabbisogno giornaliero dei rispettivi cittadini. L’Unione Europea ha approvato un programma di riduzione domanda di gas per non essere ostaggio della Russia.
Per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE, il Consiglio ha adottato un regolamento su una riduzione volontaria della domanda di gas naturale del 15% quest’inverno. La riduzione della domanda di gas mira a realizzare risparmi per quest’inverno per prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia.
Gli Stati membri hanno convenuto di ridurre tra il 1º agosto 2022 e il 31 marzo 2023 la loro domanda di gas del 15% rispetto al loro consumo medio degli ultimi cinque anni. Il Consiglio ha specificato alcune esenzioni e possibilità di applicare una deroga, parziale o in alcuni casi totale.
Gli Stati membri possono limitare la riduzione se hanno superato i loro obiettivi di riempimento dei depositi di gas o se dipendono fortemente dal gas come materia prima.
ENI ha comunicato di aver trovato un importante pozzo di gas. Una notizia di grande importanza per tutta l’Europa. Il pozzo Cronos-1 è il quarto pozzo esplorativo perforato da Eni Cyprus e il secondo nel Blocco 6, dopo la scoperta a gas di Calypso-1 nel 2018. La scoperta di Cronos-1 crea le condizioni per portare a sviluppo ulteriori potenziali volumi di gas nella regione e rappresenta una delle azioni conseguite da Eni a supporto della fornitura di ulteriore gas all’Europa.
L’Italia ha il 79% di scorte di gas. Secondo la piattaforma Gie-Agsi secondo la quale alla data di venerdì scorso gli stoccaggi italiani hanno raggiunto quota 152,74 TWh, pari al 78,96% della capacità disponibile. Le scorte dei Paesi Ue hanno raggiunto quota 855,37 TWh, pari al 76,92% del volume dei depositi, con la Germania in testa a quota 194,12 TWh e un indice di riempimento al 79,54%. Superano l’80% la Francia (88,97% a 117,08 TWh), il Belgio (83,45% a 7,26 TWh) e la Repubblica Ceca (81,35% a 35,6 TWh).
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