Previsto finalmente l’aumento delle pensioni grazie alla rivalutazione anticipata. Ecco cosa accadrà ad ottobre, novembre e dicembre
A seguito dell’approvazione del decreto aiuti bis, emanato dal governo a guida Mario Draghi, è stata promossa la rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% già a partire dal mese di ottobre e per gli ulteriori due mesi del 2022. Dunque, è previsto finalmente l’aumento delle pensioni per molte categorie.
Non sarà, infatti, una misura che prenderà in considerazione la totalità dei pensionati in Italia. tuttavia, anche chi è stato escluso e non potrà godere della rivalutazione anticipata delle pensioni nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, potrà usufruire dell’aumento dell’assegno pensionistico in futuro. Ecco cosa accadrà nei prossimi mesi.
Tra le ultime azioni dell’attuale governo dimissionario, guidato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, vi è l’approvazione del decreto aiuti bis. Con questa misura, oltre ad altri aiuti, verrà attuata la rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% per quei cittadini con un reddito non superiore ai 35mila euro l’anno, ovvero per chi riceve una pensione fino a 2.692€.
La misura prevede questi aiuti erogati nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, mentre coloro che ricevono una pensione superiore a quanto stabilito nei requisiti, non riceverà l’aumento in questi mesi. Tuttavia, a partire da gennaio 2023, anche quest’ultime categorie potranno usufruire della rivalutazione automatica delle pensioni.
Per ora, non ci sono dati certi su quella che potrà essere la cifra corrispondente alla rivalutazione degli assegni pensionistici. Una delle prime ipotesi valutate dagli esperti afferma che la rivalutazione al 2% delle pensioni, da ottobre valida solo per chi ha un reddito non superiore ai 35mila euro, potrebbe essere estesa anche a chi è stato escluso, a partire però dal 1° gennaio 2023.
Un’altra ipotesi contempla la possibilità di ottenere una rivalutazione delle pensioni con una diminuzione all’1,9%, ma questa volta per tutti. Dunque, secondo questa ipotesi, l’aumento degli assegni pensionistici varrebbe per tutti, anche per coloro con un reddito superiore a 35mila euro, ma ammonterebbe solo all’1,9%.
Secondo l’ultima ipotesi sul tavolo, in questo momento, potrebbero esserci delle rivalutazioni diverse. Sebbene sia l’ipotesi meno probabile, c’è chi suggerisce che l’aumento degli assegni per coloro che ricevono pensioni più basse possa essere del 3,9%, mentre per coloro che ricevono assegni più alti la rivalutazione sarebbe dell’1,9%.
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