Continuano le difficoltà per quanto riguarda la misura del Superbonus. Ecco in che guaio sono finiti i cittadini che ne hanno usufruito
La manovra del Superbonus, pesantemente criticata dallo stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal Ministro dell’Economia, Daniele Franco, passerà certamente alla storia una delle più controverse in assoluto. Ci sono, infatti, ancora molti nodi da sciogliere, nonostante i numerosissimi interventi del governo volti a migliorare la misura.
Se sulla cessione del credito ancora non si è trovata una soluzione definitiva, le cose non sono migliorate nemmeno sulla questione delle risorse, ormai terminate. Intanto, i cittadini che hanno deciso di affidarsi alla misura prevista dal governo Conte II si ritrovano alle spalle al muro e con i cantieri bloccati. Ecco cosa sta succedendo.
Tra le problematiche irrisolte riguardo la misura del Superbonus 110% voluta dal governo Conte II vi è sicuramente quella della cessione del credito. Se, almeno inizialmente, accedere al provvedimento sembrava conveniente, ora si sta rivelando un vero e proprio danno a carico dei cittadini e dello Stato (che dovrà sborsare circa 44 miliardi).
Intanto, i tempi per terminare i lavori entro i termini stabiliti si accorciano. I cittadini che hanno deciso di ristrutturare i condomini avranno tempo fino al 31 dicembre 2023, ma coloro che hanno villette e abitazioni autonome dovranno fare presto. C’è tempo, infatti, fino al 2022, ma con lavori realizzati almeno al 30% entro il 30 giugno 2022.
Dopo l’intervento del governo che ha permesso la cessione dei crediti da parte delle banche anche ai possessori di Partite Iva, la situazione non sembra affatto migliorata. Se con questo provvedimento ci si aspettava lo sblocco dello stallo, in realtà non ci sono stati grandi cambiamenti.
Un blocco che potrebbe danneggiare soprattutto i cittadini che hanno usufruito della misura. Secondo l’Ance, infatti, l’Agenzia delle Entrate potrebbe decidere di richiedere ai cittadini la restituzione del denaro ottenuto, nonostante i cantieri fermi. Inoltre, potrebbero essere previste delle pesanti sanzioni per via del non completamento dei lavori. Dunque, si tratta di una patata bollente che presto passerà in mano ad un nuovo governo e che, a fronte di promesse e slogan, dovrà affrontare numerosi problemi decisivi per il futuro del Paese.
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