Situazione paradossale a Roma dove c’è la possibilità di accedere a 650 appartamenti gratis. Ma nessuno li vuole. Ecco perché
A Roma ci sono circa 650 appartamenti che nessuno vuole. Si tratta di edifici Ater sgomberati negli anni dove, però, adesso nessuno vuole viverci. Tra le abitazioni liberate da abusivismi, infatti, solo il 10% di queste sono state riassegnate a nuovi e legittimi proprietari.
Si tratta di abitazioni che erano state prese in maniera illegittima o occupate in modo abusivo da parte di chi non aveva diritto ad entrare nell’abitazione. A sbloccare la situazione sono state numerose indagini che hanno mostrato come, attorno alle case abusive, si era andato a creare un vero e proprio mercato clandestino. C’era, infatti chi prendeva possesso di un appartamento e successivamente lo rivendeva a chi non ne aveva nemmeno fatto richiesta. Ma ora sono circa 650 gli appartamenti gratis che nessuno vuole.
Dopo indagini, inchieste e controlli, l’Ater ha finalmente realizzato delle procedure di riacquisizione di appartamenti occupati in maniera abusiva o illegittima. Il Comune di Roma è infatti tornato in possesso di un numero intorno a 650 appartamenti.
Il maggior numero di sgomberi ha interessato zone della periferia di Roma: Tor Sapienza, Tiburtino III, Sanba, Quarticciolo, Torbella, Ostia, Pietralata, Laurentino e Via Melaina. Un’operazione che fino ad ora, però, ha portato la riassegnazione di circa il 10% degli appartamenti. Il motivo, in gran parte dei casi, sta nella paura di molti cittadini di prendere possesso di case che precedentemente erano state occupate da famiglie malavitose.
Tuttavia, l’Alter ha attuato dei sistemi che permettono di evitare ulteriori occupazioni e, quindi, di dover ricominciare tutto da capo. Nello specifico, sono stati installati allarmi particolari che forniscono metodi innovativi anti-intrusione, videosorveglianza e sensori in grado di rilevare l’eventuale cambio di temperatura causata da una possibile intrusione.
Per aumentare la sicurezza degli appartamenti ed evitare di dover riprendere da capo le operazioni, l’Ater ha investito risorse per circa 2,5 milioni di euro. Resterà però da capire come incentivare e poi ottimizzare il sistema di riassegnazione, giudicato almeno fino ad ora piuttosto fallimentare, a causa di molte famiglie che rifiutano l’appartamento per paura di ritorsioni.
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