Altra stoccata del Cremlino contro i paesi dell’Unione Europea. Il prezzo del gas di importazione russa tornerà ad aumentare e le conseguenze per le nostre bollette saranno notevoli.
Continua la guerra economica tra l’Unione Europea e la Russia, con le compagnie del gas dell’est che cercando di affondare sempre di più il coltello del prezzo del gas. Negli ultimi giorni ci sono stati dei nuovi sviluppi per quanto riguarda Gazprom, che ha annunciato un nuovo aumento del prezzo del gas naturale al metro cubo.
L’aumento minacciato dalla compagnia governativa russa sarebbe del 60%. Con gli aumenti già registrati negli scorsi mesi, il gas che importiamo dalla Federazione Russa andrebbe a costare 4.000 dollari al metro cubo. Una cifra folle se rapportata a quanto veniva pagato il gas naturale dell’Unione Europea fino allo scoppio della guerra. Questo porterà a delle importanti ripercussioni, in particolare per l’Italia. Il nostro paese sta ancora provvedendo allo stoccaggio del gas naturale. Con l’obiettivo posto all’80% del gas stoccato entro l’autunno e al 90% entro l’inverno, al momento il nostro paese è al 76% del gas stoccato. Nonostante l’aumento del prezzo, l’obiettivo è ancora raggiungibile.
Nonostante questa buona notizia, non dobbiamo illuderci sul fatto che non ci saranno delle riduzioni del consumo di gas. Anche solo per adeguarci alle aspettative europee, il Governo dovrebbe confermare le misure di risparmio energetico che ridurrebbero il consumo medio italiano del 7% fino alla fine del 2022. Il risparmio del 7% è comunque una concessione da parte di Bruxelles rispetto all’iniziale piano di porre un piano di risparmio del 15% a tutti i paesi dell’Unione. Ricordiamo inoltre che accettare la richiesta di risparmio energetico dell’Europa è per il momento volontario, ma potrebbe diventare obbligatorio in caso di emergenza.
Le misure che verranno prese per il risparmio energetico saranno molteplici. Piccoli sacrifici che faranno in modo che possiamo risparmiare la cifra necessaria. Ad esempio lo spegnimento delle luci dei monumenti dopo una certa ora della sera, la chiusura anticipata dei negozi e, soprattutto, la limitazione dell’utilizzo dei riscaldamenti. Per il momento è plausibile che il limite massimo di temperature all’interno degli uffici venga stabilito a 19°C per risparmiare sull’utilizzo dei condizionatori. Non è ancora chiaro se questo limite sarà imposto anche sulle abitazioni private o soltanto consigliato.