Dopo l’esito delle elezioni del 25 settembre potrebbero cambiare molte cose sul fronte dei bonus e delle pensioni minime
Dopo la caduta del governo Draghi, il Paese verrà chiamato ancora una volta alle urne per decidere quali saranno le forse in campo che determineranno la creazione di un nuovo governo. Nuovi legislatori e nuovi amministratori vogliono dire nuove regole e norme, le quali potrebbero cambiare molto il panorama socioeconomico dell’Italia.
Al centro del dibattito, che vede avvicendarsi le maggiori forze politiche del Paese, vi è la questione delle forme di Welfare adottate dallo Stato. In tanti, infatti, si chiedono cosa ne sarà di aiuti e sostegni economici che dovranno essere cambiati. Dopo l’esito delle elezioni del 25 settembre, infatti, potrebbero cambiare molte cose sul fronte dei bonus e delle pensioni minime.
Bonus e pensioni minime. Ecco cosa potrebbe cambiare dopo il 25 settembre
Manca poco più di un mese alle elezioni politiche che daranno un nuovo volto al Paese. Le forze in campo hanno iniziato la campagna elettorale e, tra le scaramucce e le prese di posizione, iniziano anche ad emergere quelli che saranno i temi principali.
Ad interessare i cittadini, infatti, vi è soprattutto la questione delle forme di Welfare di Stato, come bonus e pensioni minime. Ma, dopo le elezioni, queste potrebbero cambiare vertiginosamente. Il Centrodestra, ad oggi la coalizione favorita per vincere le elezioni, avrebbe già fatto nuove proposte.
La coalizione guidata da Giorgia Meloni (attualmente il primo partito è Fratelli d’Italia) ha infatti reso pubblico la sua intenzione di aumentare le pensioni minime in caso di vittoria alle urne. Tuttavia, Berlusconi è stato l’unico a proporre delle cifre precise: 1000 euro per tredici mensilità.
Secondo la Meloni, le risorse per finanziare l’aumento delle pensioni possono essere recuperate tagliando alcuni sussidi e bonus. È la leader di FdI, infatti, a ricordare che lo Stato spende “110 miliardi l’anno in bonus inutili e fino a 780 euro di reddito di cittadinanza per perfettamente abili”.
Dunque, la proposta di aumentare le pensioni da parte del Centrodestra è condivisa da parte di tutte le forze politiche che formano la Coalizione; tuttavia, ancora non ci sono cifre concordate e si naviga a vista. Dal canto suo, però, Giorgia Meloni pare intenzionata a trovare i soldi per un potenziamento delle minime eliminando bonus a sua detta “inutili” e a depotenziare fortemente il Reddito di Cittadinanza.