Il Fisco riparte e ha carta bianca sui controlli dei conti correnti dei contribuenti: qual è la situazione
Il Fisco sta per ripartire e punterà anche sul conto corrente dei contribuenti, ai quali sarà richiesto di dimostrare la provenienza del denaro in caso di versamenti ingiustificati. Non cambia nulla se si è dipendenti pubblici o privati, pensionati o lavoratori autonomi: tutti gli eventuali accertamenti dell’Agenzia delle Entrate saranno sempre legittimi.
Ciò è stato stabilito dall’ordinanza della sezione sesta della Corte di cassazione depositata lo scorso 7 giugno. E’ accaduto a un contribuente di vedersi respinta la richiesta di ricorso dalla commissione tributaria di Bolzano dopo che il collegio di piazza Cavour si era pronunciato sul suo caso per un accertamento fiscale in merito ad alcuni versamenti ritenuti ingiustificati.
Fisco, cosa accade con ogni versamento ingiustificato
La delibera è stata poi ribaltata dalla commissione di secondo grado che ha dato peso al fatto che il reddito del contribuente fosse frutto di un lavoro alle dipendenze dello Stato, mentre i versamenti ingiustificati provenissero da vincite di gioco provenienti dall’estero. Questo era un caso di un dipendente statale ma il Fisco può effettuare controlli davvero su chiunque.
La Corte ricorda che la presunzione legale relativa della disponibilità di maggior reddito non riguarda solo i titolari di reddito di impresa ma si estende alla generalità dei contribuenti. I dati e gli elementi relativi ai rapporti bancari possono essere impiegati nei confronti di tutti i contribuenti soggetti agli accertamenti previsti dall’articolo 38 e seguenti.
Vi è quindi una presunzione legale secondo cui i versamenti ritenuti ingiustificati devono essere imputati ai redditi. I versamenti possono insomma essere considerati come una maggiore disponibilità reddituale, anche quando si parla di dipendenti, privati e pensionati. L’ultima valutazione starà poi al giudice.