Le stime dell’ISTAT sul futuro della popolazione italiana appaiono drammatiche. Nel giro di pochissi anni non solo l’Italia potrebbe vedersi svuotata dalla sua popolazione, ma anche con un’età media molto più vecchia.
Le previsioni in merito a quale sarà il futuro della popolazione in Italia sono state affidate all’Istituto Nazionale di Statistica al livello regionale. In questo modo si è potuto raccogliere i terrificanti dati sul campo. Il risultato di queste ricerche è che la popolazione italiana non solo invecchierà nei prossimi anni, ma si ridurrà drasticamente a causa dell’emigrazione e la bassa fertilità.
Secondo quanto riporta la ricerca dell’ISTAT, il calo della popolazione si verificherebbe principalmente nel Mezzogiorno e in alcune aree del Centro Italia. Si parla di una decrescita di popolazione intorno al 20% rispetto all’intera popolazione italiana. Questo andrebbe ad ampliare ulteriormente il divario già esistente tra le situazioni economiche di Nord e Sud. Entro il 2070, secondo i calcoli dell’ISTAT, ci sarano 11 milioni di persone in meno.
Il calo non sarà uniforme per tutto il territorio nazionale. Alcune regioni soffriranno maggiormente rispetto ad altre il calo demografico che la nostra nazione si troverà ad affrontare. Seguendo i dati ISTAT è possibile prevedere quali regioni saranno maggiormente in difficoltà nei prossimi anni e cominciare, al livello istituzionale, a prendere delle contromisure adeguante. Le regioni destinate a spopolarsi maggiormente nei prossimo futuro sono Basilicata e Sardegna, con una perdita di popolazione vicina al 40%. A seguire Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Campania, Abruzzo, Marche, Val D’Aosta, Liguria, Piemonte e Umbria. Secondo questa stesse stime, il Sud Italia perderà circa 6 milioni di persone entro il 2030.
Per quanto riguarda le regioni del Centro, il rischio è quello di veder desertificate le aree interne. In Abruzzo, Marche e Umbria la zona degli Appennini è quella che sta subendo più velocemente la diminuzione di popolazione. Nel Nord la situazione sarà meno omogenea, con regioni come Piemonte, Val D’Aosta e Liguria che perderanno in fretta molta popolzione, mentre Lombardia ed Emilia Romagna limiteranno i danni. Per queste ultime due regioni si prevede un calo demografico di circa il 7,8% e 7,2%. In contro tendenza le province autonome di Bolzano e Treviso, che, anzi, potrebbero veder aumentare la propria popolazione negli anni a venire.