Continua a peggiorare la situazione delle bollette in Italia. Chi dice che è tutto sotto controllo mente, e il peggio deve ancora venire
L’Italia, così come numerosi Paesi dell’Unione Europea, sta affrontando una gravissima crisi inflazionistica causata dall’aumento vertiginoso dei prezzi. La situazione che sta facendo più male ai consumatori italiani (dopo il parziale rientro dei costi del carburante) sono gli aumenti in bolletta.
Se da un lato c’è chi continua a tranquillizzare e a ripetere che si tratta di rincari facilmente sostenibili, ammortizzabili con gli aiuti di Stato, dall’altro le previsioni non sembrano lanciare ottimismo. La situazione, infatti, continua a peggiorare e il peggio potrebbe arrivare nei mesi di novembre e dicembre. Ecco che cosa sta succedendo.
Secondo le previsioni dell’EEX e del TTF, le più importanti borse energetiche europee, i derivati dell’energia elettrica durante il mese di novembre hanno raggiunto i prezzi record di 1.2000€/Megawattora, rispetto ai 421 del mese di agosto. Secondo le previsioni più realistiche, entro la fine del 2022 i prezzi potrebbero addirittura triplicare.
La situazione appare particolarmente difficile anche sul fronte del gas dove, nella giornata di martedì 16 agosto ha superato la cifra record di 246€ su Amsterdam, chiudendo al ribasso (ma di poco) a 225€. Ad alimentare le preoccupazioni per il futuro di Italia, Germania e di altri Paesi dipendenti dal gas estero ci pensa la Russia. In una nota, Gazprom (principale fornitore di gas di molti Paesi europei) ha dichiarato che i prezzi del metano durante il periodo invernale potrebbero registrare un aumento del 60%.
Secondo alcune simulazioni, si prevede che la domanda di gas nel nostro Paese dovrebbe rimanere superiore ai 60 miliardi di metri cubi all’anno, almeno fino al 2030. Dunque, i cittadini e le imprese avranno bisogno dell’energia proveniente dal gas e sarà necessario fornirgliela, al netto dell’aumento dei prezzi che le previsioni mostrano.
Le ipotesi, dunque, sono quelle di diversificare l’importazione del gas, puntando su quello liquefatto, Lng. Si tratterebbe, infatti, di investire in rigassificatori, capaci di trasportare su navi il gas liquefatto da giacimenti come quello Israeliano “Levithian”. Il rischio sarebbe quello di continuare ad essere dipendenti da potenze inaffidabili come la Russia, con evidenti conseguenze nelle bollette degli italiani.
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