Esistono dei trucchi per aumentare gli importi delle pensioni. Uno dei più sfruttabili è la richiesta del ricalcolo all’INPS, in questo modo si possono percepire i cosiddetti diritti inespressi sulla pensione.
Vale un avvertimento: bisogna sempre controllare l’assegno pensionistico, perché non è sempre corretto. Questa verifica va fatta poi, nel particolare, durante la fase di liquidazione, soprattutto se non è fatta preventivamente sui contributi.
Quando arriva l’estratto conto pensionistico va effettuata una verifica approfondita, come del resto facciamo ogni volta che ci arriva quello bancario.
Pensioni, aumenti e 5 anni di arretrati
Questo perché sono contributi versati durante tutta la vita allo stato, una parte dello stipendio che è stata trattenuta in vista della quiescenza. Così si nota che alcune volte è l’ente pensionistico a sbagliare i conti, ma anche che è lo stesso lavoratore che durante gli anni non si accorge della corretta contribuzione versata durante gli anni di impiego. Il problema è poi accentuato quando i versamenti sono stati effettuati su diverse gestioni e c’è la necessità della ricongiunzione.
Tecnicamente si parla di diritti inespressi, gli incentivi o sgravi che l’ente di previdenza dovrebbe riconoscere in automatico, ma spesso dimentica di farlo. In questo caso spetta al lavoratore l’onere di segnalare, pena una pensione inferiore rispetto a quella che dovrebbe spettare. Uno degli esempi è il non invio del modello Red per i redditi dei pensionati. Può capitare infatti che questi ultimi subiscano delle trattenuta in quanto percepitori di altri redditi: questi vanno sempre comunicati all’ente, altrimenti si rischia di subire riduzioni. altro caso è quello delle persone fiscalmente a carico e che generano trattenute fiscali sull’assegno. Anche qui va effettuata la comunicazione, perché l’ente non potrebbe venirne a conoscenza.
Ma quali sono i diritti inespressi? Si tratta delle integrazioni al trattamento minimo, le maggiorazioni sociali, l’aumento al milione o la quattordicesima. Queste voci consentirebbero l’incremento dell’a pensione, ma solo a fronte di una domanda specifica del richiedente, che però spesso non ne è a conoscenza. Se ci si accorge, quindi, che la propria pensione è stata calcolata in difetto, si può richiedere all’ente previdenziale la rideterminazione dell’importo. Esistono appositi moduli per farlo e il diritto si prescrive dopo 5 anni. Per cui è possibile richiedere anche gli arretrati fino a 5 anni.