Le pennsioni non sono gli unici benefici statali a subire dei cambiamenti dall’aumento dell’inflazione. Anche l’assegno unico universale sarà diverso nel 2023, con un aumento degli importi fino a 190 euro al mese.
Così come è stato fatto con le pensioni, anche l’assegno unico verrà rivalutato in modo da reggere il confronto con l’aumento dell’inflazione. Questa operazione serve ad evitare che i beneficiari dell’assegno unico perdano potere d’acquisto, così come sta succedendo con gli stipendi a causa dell’inflazione.
L’importo dell’assegno unico salirà quindi da 175 a 190 euro di media l’anno prossimo, ma non sarà l’unica cosa a salire. Anche le soglie ISEE, cioè il reddito massimo che le famiglie devono avere per poter accedere all’assegno unico, saliranno nel 2023. Questo permetterà anche di allargare la platea del bonus. I fondi per questa rivalutazione degli assegni unici arrivano dal decreto sostegni bis, andando ad utilizzare i 630 milioni di euro che non sono stati utilizzati per altri sostegni.
La riforma sembra essere strutturale, visto che è stato confermato che l’aumento degli importi dell’assegno unico rimarrà anche dopo il 2023. La cosa è stata giustificata da una previsione di medio aumento del costo della vita negli anni a venire. L’aumento degli importi è stato permesso grazie a una combinazione di fattori piuttosto importanti. In primis l’avanzo di 630 milioni di euro sui fondi già stanziati per l’assegno unico tramite i fondi previsti più quelli del decreto aiuti bis, ma sopratutto numero di domande per l’assegno stesso, inferiore rispetto a quanto atteso. Fino al 30 giugno sono stati erogati 4,64 miliardi di euro con l’assegno unico universale, inferiori ai 5,1 o 5,2 miliardi di euro previsti dai conteggi dell’INPS. Questo ha permesso di poter aumentare gli importi per l’anno prossimo.
L’aumento della platea grazie all’aumento della soglia massima ISEE per ottenere l’assegno, però, porterà i numero ad alzarsi di nuovo nei prossimi anni. Per il 2023 sono previste uscite per 18,2 miliardi di euro, rispetto ai 13,59 miliardi di euro previsti per quest’anno a dicembre. Per il 2029, invece, le stime prevedono un aumento fino a 19,5 miliardi di euro erogati con l’assegno unico universale. Un dossier del Servizio Bilanci della Camera aveva già notato come la progressione degli stanziamenti sembrava supporre per gli anni dal 2025 in poi un livello più basso di inflazione, tra lo 0,6% e l’1%.