Le elezioni ormai all’orizzonte portano a farsi domande su quante e in che modo le misure già programmate rimarranno anche per la prossima legislazione. Una delle misure che rischia maggiormente di sparire è il reddito di cittadinanza.
Dopo la caduta del Governo Draghi in seguito allo strappo del Movimento 5 Stelle, sono state indette nuove elezioni. Il nuovo Governo italiano sarà scelto con le elezioni del 25 settembre e non è ancora certo quanto questo sarà in linea con la precedente legislazione. Una delle misure a rischiare maggiormente di sparire con il nuovo Governo è il reddito di cittadinanza.
Dal momento della sua normalizzaizone, il reddito di cittadinanza è diventato la misura più divisiva dell’intero ordinamento. Una misura che nelle sue intenzioni aveva il duplice scopo di aiutare le persone disoccupate e in difficoltà economica e aiutare queste stesse persone ha reinserirsi nel mondo del lavoro. Il reddito di cittadinanza è riuscito soltanto in parte in questi intenti. Sicuramente si tratta di una misura importante per alcune persone in difficoltà economica e senza lavoro, garantendo loro un minimo di entrate per poter condurre una vita decente. Contemporaneamente, però, i meccanismi di ricerca e reinserimento nel mondo del lavoro sono stati più volte oggetto di critiche.
Andando a controllare i dati, tra problemi con l’inserimento dei profili tramite i centri per l’impiego, la lentezza del sistema dei navigator, i problemi con le truffe e le continue modifiche alla norma di base, si può dire che il 50% delle promesse del reddito di cittadinanza non siano state mantenute. Per questo motivo è diventato molto facile discutere di questa misura, sia da una parte che dall’altra. In questo modo è diventata uno dei temi più importanti delle campagne elettorali dei partiti, ad oggi in corso.
Molte forze politiche si sono dimostrate contrarie al rinnovamento del reddito di cittadinanza. Tutto il gruppo di centrodestra in primis, non intende mantenere attivo il reddito di cittadinanza. Il loro programma specifica che il reddito di cittadinanza verrà sostituito da un più efficace intervento sulle misure di inclusione sociale e un investimento maggiore sulle politiche attive di formazione e inserimento nel mondo del lavoro. L’inizio del 2023 potrebbe quindi segnare la fine del reddito di cittadinanza, con una, si spera, graduale eliminazione dei sussidi. Potrebbero quindi rimanere soltanto 5 mesi di vita per una delle misure più importanti del nostro attuale ordinamento.