In periodo di forte crisi economica, ogni aiuti disponibiele è bene accetto. Uno particolarmente importante si è rivalato il nuovo assegno unico dell’INPS, che è stato richiesto e ottenuto da milioni di persone.
L’assegno unico per i figli a carico era una misura pensata per sostituire tutti quei numerosissimi ed ingombranti bonus alle famiglie. Invece di avere 10 bonus diversi a seconda dell’età dei figli, le famiglie hanno adesso soltanto un assegno da richiedere all’INPS. La sua introduzione del marzo del 2022 ha dato i suoi frutti.
Ad oggi, 5 milioni di famiglie in Italia percepiscono l’assegno unico per i figli a carico. da marzo 2022, quando l’assegno è stato introdotto per la prima volta, fino al mese di giugno, con il termine del periodo entro cui si potevano percepire tutti gli arretrati della misura, sono stati pagati dall’INPS 5,3 milioni di assegni alle famiglie. Il che si traduce in 4,8 miliardi di euro di aiuti per un totale di 8,5 milioni di figli.
Secondo il report pervenuto all’INPS stessa, nel suo primo semestre di esistenza l’assegno unico ha visto arrivare 5,7 milioni di richieste, per la stragrande maggioranza accettate. L’importo medio per ogni richiedente è stato calcolato pari a 252 euro al mese, mentre l’importo medio per ciascun figlio, considerando anche figli con disabilità per cui è previsto un importo maggiore, è di 145 euro al mese. Circa il 46% degli assegni pagati per figlio, si riferisce a beneficiari appartenenti alla fascia di popolazione con ISEE inferiore a 15.000 euro. Per costoro viene quindi pagato il massimo dell’assegno previsto dalla norma.
Come riferimento ai pagamenti di compentenza del mese di giugno, l’importo medio per figlio va da 50 euro per chi non presenta il documento ISEE o supera a soglia di reddito di 40.000 euro, a 194 euro per i nuclei familiari con classe ISEE fino a 15.000 euro. A giugno la concentrazione più alta degli importi pagati si riscontra nel Sud Italia, con il valore medio massimo al livello regionale riscontrato in Calabria: 166 euro per ogni figlio. Gli importi meno consistenti, invece, si trovano al Centro e al Nord, con il valore minimo registrato nella provincia di Bolzano, con un importo medio mensile pari a 131 euro per ogni figlio