Sta cambiando tutto sulle pensioni: ecco cosa devi sapere sulla vittoria del Centrodestra o del Centrosinistra.
Con la caduta del Governo Draghi, si aprono diversi scenari che aprono la strada a dei cambiamenti per quanto concerne una materia senza dubbio molto cara agli italiani: le pensioni.
La fine anticipata della legislazione determina inevitabilmente uno stop della ipotizzata riforma delle pensioni. Il governo dimissionario infatti è tenuto solamente a sbrigare gli affari correnti almeno fino al giuramento del prossimo governo. Di conseguenza, è chiaro che almeno fino al suo insediamento non si assisterà all’introduzione di una Riforma delle pensioni. In vista delle elezioni dunque le forze politiche si apprestano a fare di questa tema uno dei punti cardine della campagna elettorale. A tal proposito, c’è Forza Italia che con Berlusconi propone di aumentare le pensioni minime a mille euro. Si tratta di una proposta che implica un dispendio di risorse per lo Stato davvero ingente che per molti risulta totalmente fuori da qualsiasi realtà. La Lega invece continua a insistere su Quota 41 che prevede l’uscita dal mondo del lavoro al raggiungimento di 41 anni di contributi. Questo peraltro avverrebbe al di là di quale sia l’età del soggetto. Tale sistema però pone un problema relativo al fatto che molti lavoratori si potrebbero chiedere il motivo per cui dover versare i contributi all’Inps. Anche Fratelli d’Italia, peraltro, sembra essere propensa in questo senso o comunque per una proroga di quota 102.
Il Movimento 5 Stelle invece sarebbe propenso a seguire la proposta di Pasquale Tridico, Presidente dell’Inps, del pensionamento in due tempi. In questo caso, si andrebbe in pensione a 63, 64 anni di età beneficiando di un assegno calcolato con metodo retributivo. Al raggiungimento dei 67 anni invece si potrà beneficiare anche della quota retributiva. Il costo di questa misura sarebbe decisamente meno elevato per lo Stato che a lungo andare potrebbe addirittura risparmiare. Il PD invece sembra propenso a potenziare l’Ape Sociale e Opzione Donna e dunque una maggiore flessibilità in uscita soprattutto per i lavori che svolgono lavori particolarmente usuranti e per le donne. Ciò detto è chiaro che in base a quale sarà il vincitore delle elezioni che si terranno il prossimo 25 settembre.