Dopo anni di attività e grande popolarità, fallisce un albergo a 5 stelle molto conosciuto e meta di vip rinomati. Ecco perché
Non sempre a fallire sono piccoli e medi imprenditori in difficoltà. A volte, infatti, i problemi ci sono anche per chi ha investito grandi quantità di denaro con l’obiettivo di offrire servizi al top della classe. È il caso di un famosissimo albergo a 5 stelle di Torino che, da alcuni giorni, è ormai sull’orlo del fallimento.
Si tratta del Golden Palace di Torino, albergo di lusso ubicato in via Arcivescovado, poco distante da due delle più importanti piazze della città: piazza Solferino e piazza San Carlo. Inaugurato il 13 gennaio 2006 (per accogliere turisti e spettatori giunti a Torino per via delle Olimpiadi invernali) l’albergo a 5 stelle è ormai sull’orlo del fallimento. Ecco perché.
Nei primi giorni di luglio, alcuni ufficiali giudiziari hanno visitato la struttura notificando un provvedimento di sfratto, che sarà esecutivo il 15 settembre 2022. Si è infatti deciso di dare maggior tempo al Golden Palace, albero a 5 stelle di Torino, per via delle numerose visite registrate durante il mese.
Sarebbe stato troppo elevato, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il debito accumulato dai gestori di Allegroitalia Torino Spa nei confronti dei creditori. Ammonterebbe a circa 5 milioni e mezzo di euro, infatti, il debito accumulato nei confronti di Banca Popolare di Milano, Intesa Sanpaolo e Sarda Leasing spa.
La struttura ha infatti sofferto molto e conseguenze del lockdown dovuto alla pandemia di Covid 19. Il debito sarebbe aumentato, nel giro di soli 8 mesi, a un milione e 300 mila euro. Nel 2022, purtroppo, il debito è continuato ad aumentare vertiginosamente, raggiungendo la cifra record di circa 5 milioni e mezzo di euro.
Dopo alcuni mesi passati in cassa integrazione, i circa 100 dipendenti hanno voluto protestare per circa un’ora e mezza, organizzando un presidio nei pressi dell’albergo, chiedendo di sapere cosa ne sarà della loro carriera lavorativa. La società che gestisce la struttura, infatti, ha rifiutato di realizzare un tavolo di crisi con i vari sindacati evitando, per ora, un confronto diretto con i lavoratori.
Secondo quanto riportato da numerose fonti, la proprietà sarebbe intenzionata ad individuare un ulteriore operatore con la liquidità sufficiente ad assolvere ai contratti, garantendo il corretto funzionamento della struttura.
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