Il vitalizio dei parlamentari in che modo cambierà con il voto del 25 settembre? Ecco tutto quello che devi sapere al riguardo.
Con la fine anticipata del Governo di Mario Draghi, in molti si chiedono come funziona il vitalizio dei parlamentari. In molti infatti non sono a conoscenza della normativa relativa a questo trattamento riservato a deputati e senatori. A tal proposito c’è molta curiosità riguardo ai benefici goduti a differenza di quanto accade invece per molti italiani che mai come in questo periodo si trovano ad affrontare una situazione piuttosto complessa a causa del generale rialzo dei prezzi.
La caduta del Governo ha riportato in auge una questione di cui si è discusso ampiamente ossia quello del vitalizio ai parlamentari. A tal proposito, questo viene destinato al deputato o al senatore che presenta determinate caratteristiche. Tra queste c’è l’aver compiuto 65 anni di età come anche aver svolto almeno 5 anni di mandato. Nel caso in cui si siano svolti più mandati la soglia di età per il pensionamento subisce una riduzione di un anno, fino ad arrivare ad un massimo di 60 anni. E’ anche vero però che la normativa in vigore prevede la possibilità di maturare la pensione prima per deputati e senatori che si trovano al loro primo mandato. Nello specifico, questo avviene al raggiungimento di 4 anni, 6 mesi più un giorno di legislatura.
A tal proposito, molti hanno ipotizzato che i parlamentari per salvarsi l’accesso alla pensione abbiano fissato appositamente la data delle elezioni il 25 settembre. A onor del vero però va precisato che il beneficio sarebbe stato maturato comunque dal momento che la legge in vigore prevede che fino a quando non si verifica l’insediamento del nuovo Governo, a quello precedente vengono prorogati i poteri. Va da sè che dato che l‘insediamento avviene dopo 21 giorni dall’elezione, i parlamentari rientreranno automaticamente nel beneficio in esame. Senza contare poi che i parlamentari alla fine di ogni mandato hanno diritto al beneficio di un assegno. In particolare, ciascun deputato versa mensilmente una quota pari a 784,14 euro in un fondo apposito. L’entità dell’assegno dunque è pari all’80 per cento dell’importo mensile versato.