Mentre in Italia i prezzi dei prodotti al supermercato lievitano per mancanza di materie prime, in altre parti del mondo queste finiscono. Il Libano è una delle nazioni più colpite dalla crisi del grano e tutte le sue conseguenze.
Manca persino il pane sugli scaffali dei supermercati del Libano, una delle nazioni che sta soffrendo di più il blocco delle esportazioni di grano imposte dalla Russia in Ucraina. Il Libano non è una terra particolarmente fertile, tanto che lo Stato è costretto ad importare tutto quello che consuma la popolazione. In particolare il grano è un argomento molto complesso, visto che l’80% delle importazioni del Libano arrivano dalla Russia e dall’Ucraina.
Va da se che il blocco delle esportazioni di grano imposte dalla Russia, con le scorte stipate in gran parte dei silos ucraini, hanno messo in ginocchio la produzione di derivanti dei cereali in Libano. Con lo sblocco delle esportazioni firmato da Russia e Ucraina a Istanbul, la situazione dovrebbe risolversi, ma per adesso tutto il Libano è completamente a secco di pane. La grande crisi economica che sta attanagliando il paese si riversa anche su tutte le altre importazioni.
L’inflazione non è qualcosa che colpisce solo l’Italia o l’Europa, ma si è diffusa a tutti i mercati mondiali, rendendo in particolare i paesi più poveri e dipendenti dalle importazioni di materiali, più deboli e sottoposti a crisi alimentare. Pochi giurni fa il Parlamento libanese ha stanziato un fondo di ben 150 milioni di dollari solo per l’acquisto di grano. Questi soldi vengono dagli aiuti dati al paese dalla Banca Mondiale. La speranza per il Libano è che questo fondo, che secondo il ministro dell’economia dovrebbe durare circa 8 mesi, sia tempo al paese di stringere un accordo con il Fondo Monetario Internazionale, in modo da ottenere un prestito di 3 miliardi di dollari da destinare al fronteggiare la crisi.
A questo accordo si frappongono i problemi politici interni al Libano, in cui il premier in carica, Najib Mikati, non riesce a formare un nuovo governo a causa delle tensioni tra i vari gruppi politici e religiosi. Questo non da modo al FMI di rintracciare le dovute garanzie per concedere il prestito. Intanto il PIL del Libano a subito un tracollo, dai 55 miliardi di dollari del 2019 sono passati ad appena 21,8 miliardi di dollari. Secondo la Banca Mondiale la crisi più grave mai registrata dall’800 a oggi nel mondo intero. In aggiunta a questo, se pensate che l’inflazione all’8% dell’Italia sia alta, pensate che in Libano è orami fissa al 210%.
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