Il superbonus 110% rischia di finire. Le banche non accettano più la cessione del credito.
La caduta del Governo Draghi può mettere a serio rischio il Superbonus 110%. A quanto pare i fondi stanziati per questa agevolazione sugli edifici sono praticamente finiti. Si tratta di un problema di non poco conto perché anche se il Governo Draghi non c’è più, quest’ultimo resta comunque in carica per le cosiddetta attività di ordinaria amministrazione dello Stato fino a quando non ci saranno le elezioni politiche il prossimo 25 settembre. Rifinanziare il fondo superbonus 110% non rientra nelle attività ordinarie ma straordinarie. Quindi non è nelle prerogative del Governo.
Il superbonus 110 è una detrazione del 110% delle spese sostenute per l’efficientamento energetico e antisismico nonché per l’installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Il committente non paga i lavori. La ditta incaricata si farà carico dell’intera spesa usufruendo del credito maturato nel proprio cassetto fiscale oppure cedendolo alla banca. In questo modo recuperando le spese sostenute.
Tra i lavori che rientrano nel Super bonus troviamo quelli relativi all’isolamento termico. In particolare, il 110% è calcolato su su un ammontare complessivo delle spese pari a:
- 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti site all’interno di edifici plurifamiliari;
- 40.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, se lo stesso è composto da due a otto unità immobiliari;
- 30.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, se lo stesso è composto da più di otto unità immobiliari.
Anche le sostituzioni degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni. Su questi la detrazione del 110% è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a:
- 20.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti fino a otto unità immobiliari;
- 15.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.
Nonostante le difficoltà, la strada verso una stretta sembra essere già stata tracciata, visto che un riferimento in tal senso è contenuto anche nell’ultima legge di bilancio, votata sia dal Movimento 5 Stelle che dal centrodestra. Eppure, i problemi per tutti quei cantieri bloccati da imprese che ora non riescono più a scontare i crediti fiscali restano. La cessione del credito è diventata sempre più stringente. Il sistema però ad oggi risulta bloccato: ormai tutti i lavori vengono fatti o con la cessione del credito o con lo sconto in fattura riconosciuto dall’impresa che fa i lavori. Le banche però sono diventate molto più esigenti, a causa del ritiro di troppi crediti: per questa ragione hanno fermato le operazioni perché rischiano di non poter scaricare per intero le somme. Il danno ulteriore è che potrebbero anche non riuscire a usufruire del credito, se colui che l’ha ceduto non aveva diritto di chiedere l’agevolazione. Nonostante le truffe relative al Superbonus siano pochissime, le banche non si fidano