A causa del nuovo stop di forniture da parte di Gazprom, l’Europa si è vista costretta a darsi delle regole. Ci saranno dei tagli sui consumi di energia in tutti i paesi dell’Unione Europea, in media attorno al 15%. In Italia il taglio sarà del 7%.
Il fatto che il taglio dei consumi in Italia sarà inferiore rispetto alla media europea non rende automatico che non sentiremo questi tagli. Con la necessità di utilizzare meno energia per poterla mettere da parte in vista di possibili tempi peggiori, ci troveremo costretti a fare a meno di un po’ di illuminazione notturna e di calore durante i mesi invernali.
L’accordo preso tra gli stati dell’Unione Europea e la Commissione Europea prevede che l’Italia ottenga un taglio del 7% sui consumi. Questo è un accordo preso in previsione di una possibile interruzione completa dei rifornimenti di gas da parte della Russia. Il piano è risparmiare tutti qualcosa per poter avere un fondo comune da cui attingere in caso di necessità. Il taglio dei consumi è, attualmente, su base volontaria, ma il nostro governo ha deciso di aderire.
La buona notizia in questo frangente è che tra i piani del Governo erano già previste da tempo diminuzioni dei consumi che pareggiano o addirittura superano questa cifra. Per molti leader europei l’accordo è la dimostrazione di come i paesi dell’Unione non intendano piegarsi ai ricatti della Russia. La riduzione dei consumi richiesta dalla Commissione Europea durerà dal 1 agosto al 31 marzo e sarà volontaria. L’obbligatorietà della misura si applicherà soltanto in condizioni straordinarie. La decisione se la misura di contenimento dei consumi diverrà obbligatoria sarà decisa non dalla Commissione Europea, ma con una votazione al Consiglio Europeo con una votazione favorevole di almeno 15 stati su 27.
Alla possibilità di rendere obbligatorio il calo dei consumi si sono opposti i paesi più deboli dal punto di vista delle importazioni. Si tratta di Spagna, Portogallo, Malta, Cipro e Irlanda, poco o per nulla interconnessi con gli altri paesi quando andiamo a vedere i gasdotti che trasportano le materie prime in giro per l’Europa. Per questi paese non scatterebbe l’obbligo di diminuire i consumi, in quanto non potrebbero condividere il gas risparmiato in caso di stop delle forniture. Il fine dell’intervento, infatti, è fare in modo che tutti i paesi contirbuiscano con il gas risparmiato a una riserva comune a cui i paesi possano attingere in caso di necessità.