I prezzi degli alimenti nei negozi stanno salendo sempre di più a causa dell’inflazione. Particolarmente pericolosi sono i rincari dei prodotti derivati dai cereali. Il governo decide di intervenire su pane e pasta.
Uno degli effetti secondari più importanti e imprevedibili della guerra in Ucraina è la crisi del grano. L’Ucraina e la Russia detengono insieme circa un terzo delle esporazioni di grano in tutto il mondo, con l’Ucraina in particolare che rifornisce i forni e i pastifici di mezza Europa. La guerra ha tagliato di netto le esportazioni di grano dell’Ucraina ed ecco che i prezzi aumentano.
Già la guerra in sè aveva cominciato a colpire duramente le esportazioni ucraine, con gravi danni per il mercato mondiale. Ad aggravare ulteriormente la situazione ci si è messo il blocco dei porti imposto dagli invasori russi, che hanno di fatto sequestrato interi carichi di grano fermo nei porti ucraini. Con questa situazione e i prezzi dei derivanti del grano che continuano a crescere, il Governo ha deciso di intervenire in maniera concreta sopratutto su pane e pasta.
Si tratta di prodotti di uso quotidiano, tra i più acquistati dagli italiani e che stanno subendo dei rincari tremendi. Tramite un decreto Aiuti-bis, voluto dalla viceministro dell’Economia Laura Castelli, che prevede un intervento tra i 12 e i 13 miliardi di euro l’azzeramento dell’Iva sui prodotti più acquistadi in assoluto dagli italiani: pane e pasta. Il taglio delle aliquote, attualmente stabili al 4%, sarà totale, e si accompagnerà al già attivo taglio del 5% delle aliquote Iva su carne e pesce. La misura è stata descritta dal Governo dimissionario come necessaria per frenare la spirale ascendente di aumento dei prezzi che sta colpendo i prodotti nei supermercati.
Una spirale che sembra destinata a salire ancora e ancora. Attualmente l’inflazione in Italia è all’8,6%, e si preannuncia un aumento fino al 10% in autunno. Questo, per i consumatori, significa che i prezzi dei prodotti continueranno ad aumentare per tutto il resto dell’anno. La cosa positiva di questi aumenti è che da questi si ricava un extragettito di Iva che permetterà allo Stato di ricavare i soldi necessari per mettere in pratica il piano di aiuti. Questo, infatti, non potrebbe in alcun modo costare meno di 10 miliardi di euro.