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Economia

Gas il Governo giura che ormai siamo in salvo

Published by
Riccardo Magliano

Con la comunicazione di una nuova stretta sulle forniture di gas verso l’Europa da parte di Gazprom, L’Europa è arrivata a un compromesso su quanto sarà necessario risparmiare. Per il Governo italiano l’ammontare richiesto non è insormontabile.

Sarà solo del 7% il taglio ai consumi richiesto dall’Unione Europea in sede di accordo per far fronte all’ulteriore taglio delle esportazioni del gas comunicato da Gazprom. Con l’azienda russa sempre meno intenzionata a vendere il proprio prodotto in Europa, si è dovuto scendere a compromessi tra molte parti in campo e alla fine si è raggiunto un accordo.

Il taglio medio per quanto riguarda l’intera Unione Europea è del 15% sull’utilizzo del gas in blocco, per l’Italia il risparmio si dovrà assestare appena sul 7%. Un risparmio dei consumi di gas naturale che, come dichiarato dal premier Mario Draghi, era già in programma con i piani stilati il mese scorso. Il risparmio energetico è uno dei passaggi fondamentali, spiega Ursula Von Der Leyen, per fronteggiare la minaccia di una chiusura completa delle forniture di gas.

L’accordo su quando gli stati membri dell’Unione Europea dovranno risparmiare in fatto di gas naturale è stato raggiunto al termine di una lunga discussione e di molteplici compromessi a cui, alla fine, si è opposta soltanto l’Ungheria. Per molti leader europei l’accordo è la dimostrazione di come i paesi dell’Unione non intendano piegarsi ai ricatti della Russia. La riduzione dei consumi richiesta dalla Commissione Europea durerà dal 1 agosto al 31 marzo e sarà volontaria. L’obbligatorietà della misura si applicherà soltanto in condizioni straordinarie. La decisione se la misura di contenimento dei consumi diverrà obbligatoria sarà decisa non dalla Commissione Europea, ma con una votazione al Consiglio Europeo con una votazione favorevole di almeno 15 stati su 27.

Alla possibilità di rendere obbligatorio il calo dei consumi si sono opposti i paesi più deboli dal punto di vista delle importazioni. Si tratta di Spagna, Portogallo, Malta, Cipro e Irlanda, poco o per nulla interconnessi con gli altri paesi quando andiamo a vedere i gasdotti che trasportano le materie prime in giro per l’Europa. Per questi paese non scatterebbe l’obbligo di diminuire i consumi, in quanto non potrebbero condividere il gas risparmiato in caso di stop delle forniture. Il fine dell’intervento, infatti, è fare in modo che tutti i paesi contirbuiscano con il gas risparmiato a una riserva comune a cui i paesi possano attingere in caso di necessità.

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