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Politici a casa, ma hanno già maturato la pensione. E cosa accade ora con le nostre

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Bruno Galvan

Gli italiani alle prese con lo spettro della Legge Fornero a partire dal 2023. Improbabile ci sia una riforma sulle pensioni con le elezioni a fine settembre.

I politici dell’ultima legislatura hanno maturato diritto alla pensione, il resto degli italiani si vedrà. L’Italia si conferma il paese dei paradossi e delle stranezze. Da un lato c’è stato lo scioglimento delle Camere da parte di Mattarella. Questo porterà alle elezioni politiche il prossimo 25 settembre ma in compenso tutti i parlamentari hanno maturato il loro diritto alla pensione. La situazione drammatica resta quella invece dei comuni lavoratori che rischiano di vedersi applicare la legge Fornero a partire dal 2023 con tutte le conseguenze gravi che ne deriveranno in termini di età pensionabile ed assegno di pensione.

Cosa prevede la legge Fornero?

Come è noto la quota 102 terminerà il prossimo 31 dicembre 2022 e non sarà prorogata. La caduta del Governo Draghi riduce praticamente al minimo la possibilità di una riforma delle pensioni per scongiurare la Fornero. Tra tempi tecnici e quanto altro, il prossimo esecutivo entrerà in vigore verso ottobre. Risulta dunque improbabile che in due mesi si possa approvare qualcosa di nuovo.

La legge Fornero prevede che la pensione viene calcolata in base ai versamenti effettuati dal lavoratore e non agli ultimi stipendi percepiti. Il principio cardine è uno: la pensione cresce al crescere dei contributi versati. I lavoratori che raggiungono il requisito per la pensione di vecchiaia (fissata a 67 anni anche per il biennio 2021-2022) possono dunque smettere di lavorare. La somma dell’assegno di pensione viene determinato sulla base di contributi accumulati e rivalutati durante la vita lavorativa.

Cosa è quota 102?

La pensione Quota 102 è una forma di pensionamento anticipato valida sia per i lavoratori pubblici che privati. È accessibile a chi ha almeno 64 anni di età compiuti e 38 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2022. Hanno diritto ad andare in pensione anticipata i lavoratori subordinati e autonomi del settore pubblico e del settore privato che hanno almeno:

  • 64 anni di età compiuti entro il 31 dicembre 2022;
  • 38 anni di contributi maturati sempre entro il 31 dicembre 2022.

Ricordiamo che quota 102 sarà possibile soltanto entro fine anno. A partire dal 2023 ci sarà, a meno di colpi di scena improbabili, il ritorno alla Legge Fornero. La conseguenza sarà che l’età pensionabile sarà sempre più alta e gli assegni sempre più poveri per via del sistema contributivo.

 

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