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Pensioni più alte in alcune regioni: c’è già la legge

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Riccardo Magliano

L’alto tasso di inflazione e i continui aumenti delle spese hanno portato le pensioni italiane a perdere potere d’acquisto. La nuova legge rende gli importi delle pensioni più alti in alcune regioni.

Si tratta di aumenti legati solo ad alcune regioni in cui l’importo delle pensioni dovrebbe essere più alto. Si usa il condizionale perché non è detto che questo aumento arrivi come promesso. Gli aumenti dovuti al bonus una tantum di luglio e di quella che sarà al rivalutazione del 2023 potrebbero non bastare a salvare il potere d’acquisto dei pensionati italiani.

Il potere d’acquisto dei redditi italiani è ai minimi storici. Nonostante siano gli stipendi dei lavoratori a dare maggiormente preoccupazione, anche le pensioni stanno velocemente perdendo il proprio valore. Questo a causa della guerra in Ucraina e a tutte le sue conseguenze economiche, che hanno portato l’inflazione nel nostro paese a raggiungere lo spaventoso tasso di 8%. Questo significa che a parità di entrate le spese sono sempre più alte.

Le pensioni italiane sono avvantagiate in questo caso dal sistema della rivalutazione. Un meccanismo che ogni anno adegua gli importi delle pensioni all’altalenare dell’inflazione, rendendo il potere d’acquisto delle pensioni italiane sempre al passo coi tempi. In una situazione come questa in cui l’inflazione è cresciuta in maniera improvvisa l’adeguamento pare solo una questione di tempo. Tuttavia ci sono dei problemi in alcune regioni. In Campania, per esempio, il governatore De Luca ha da tempo, dalle elezioni del 2020, promesso un aumento delle pensioni minime nella sua regione, che dovrebbe essere finanziato dai soli arrivati dall’Unione Europea. In Campania l’aumento delle pensioni minime è già una legge, ma c’è la possibilità che questa rimanga solo sulla carta visto che, regolamenti alla mano, i soldi mandati da Bruxelles non possono essere utilizzati in quel modo.

I fondi europei a cui il governatore faceva riferimento sono quelli dei fondi Fse e Fesr, che tuttavia, secondo i regolamenti dell’Unione, non possono essere utilizzati per aumentare le pensioni. Una volta uscita questa informazione, De Luca ha fatto marcia indietro, dicendo che gli aumenti delle pensioni, che sono già legge, sarebbero stati fatti con fondi statali. In questo caso però la decisione deve essere presa al livello nazionale, e la situazione si è ulteriormente complicata una volta che l’Olaf, l’Autorità europea anticorruzione, ha scoperto che la legge per gli aumenti varata in Campania non porta traccia di questa modifica.

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