A causa della crisi di governo causata dal Movimento 5 Stelle, le promesse di bonus che erano state fatte potrebbero andare in fumo
La giornata di ieri, giovedì 14 luglio 2022, è stata segnata dalla crisi di governo causata dal Movimento 5 Stelle guidato da Antonio Conte, con le dimissioni di Mario Draghi rifiutate (almeno fino a mercoledì) dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’ennesima crisi che rispecchia quanto il sistema politico del nostro Paese sia instabile.
A causa della caduta del governo e, quindi, di probabili elezioni, si andrebbero a mettere in pericolo tutte quelle promesse di bonus che erano state fatte in questi mesi. Ecco, quindi, cosa potrebbe essere cancellato a causa dell’imminente crisi che ha colpito l’attuale governo guidato da Mario Draghi.
Mentre si attendono sviluppi per quanto riguarda la crisi di governo e la decisione di Mario Draghi di restare o dimettersi definitivamente, salgono i dubbi riguardo quelle che resta dell’agenda dell’esecutivo. Ci sono ancora, infatti, numerose decisioni da prendere e sale la tensione sul loro pieno compimento.
Se si dovesse tornare a votare, infatti, alcune promesse di bonus e provvedimenti potrebbero essere non mantenute. Ecco, quindi, quali sono ad oggi i provvedimenti più in pericolo a seguito della crisi di governo causata dal Movimento 5 Stelle.
Una delle maggiori attese dei cittadini era la questione della nuova riforma delle pensioni. Quota 102, infatti scadrà a dicembre e, a meno di una improbabile proroga, aumentano e possibilità di un ritorno alla Legge Fornero, soprattutto se l’instabilità politica è così alta.
I tempi sono strettissimi anche per quanto riguarda la legge di Bilancio, la quale dovrebbe essere approvata entro il 31 dicembre. Con la crisi di governo, il taglio al cuneo fiscale di 5-10 miliardi promesso da Draghi potrebbe infatti essere in serio pericolo.
Tra i provvedimenti più importanti che ora sono a rischio vi è sicuramente il Decreto di luglio. A rischio, infatti, la proroga oltre il 2 agosto del taglio delle accise ai carburanti e dei bonus bolletta. Sono al vaglio, infatti, misure per sostenere i cittadini, come il taglio dell’Iva su alcuni bene di consumo e il salario minimo nei contratti nazionali. Tutti passaggi che potrebbero subire gravi ritardi;
L’elemento forse più importante di tutti che, a causa della crisi di governo, potrebbe essere in pericolo è quello del Pnrr. In questo momento il governo era a lavoro per programmare le prossime 55 scadenze previste dal piano, dopo aver rispettato le iniziali 45 che hanno dato al nostro Paese i primi 24,1 miliardi di euro. Tuttavia, ora è tutto fermo, e ci potrebbero essere ritardi anche molto importanti.
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