Termosifoni spenti per 15 giorni, così il Governo deciderà la nostra vita

Si pensa ad un piano da attuare dopo il taglio delle forniture di gas. Ma ecco perché termosifoni e luci spente potrebbero non servire a contenere le spese

La tensione a causa del deficit energia non è mai stata così alta in tutta Europa. Germania e Italia, infatti, fortemente dipendenti dal gas russo, stanno tremando dopo le scelte da parte di Putin di tagliare le forniture di gas a due dei Paesi fondatori dell’Unione Europea e la chiusura (per ora a causa di una manutenzione) del gasdotto Nord Stream 1.

L’allarme riguarda i futuri problemi di approvvigionamento, i quali mettono in serio pericolo i Paesi europei in vista dell’inverno. La preoccupazione è così alta da essere ormai partiti gli incontri al governo con l’intenzione di stabilire un piano di emergenza. Tuttavia, ecco perché termosifoni e luci spente potrebbero non servire a contenere le spese.

Dopo il taglio di un terzo delle forniture di gas russo nei confronti dell’Italia ha gettato nel panico chi teme conseguenze ancora più pesanti in vista dell’inverno, il governo è al lavoro per capire come affrontare al meglio questi atti di ostilità da parte del presidente russo, con lo scopo di indebolire il Paese (anche sul piano dell’opinione pubblica) e spingere per una revoca delle sanzioni. Sono, infatti, allo studio alcune misure di austerity energetica che permetteranno di spendere meno elettricità ed energia e sopperire, almeno in parte ai tagli da parte della Russia in guerra. Tuttavia, un piano che prevede lo stop temporaneo di termosifoni e luci potrebbe non bastare.

Ad oggi, infatti, si ipotizza un’accensione posticipata di 15 giorni dei caloriferi, mentre per l’acqua si controlleranno i consumi. Ci sarà particolare attenzione per quanto riguarda la temperatura (massimo 19 gradi). Per ora si tratta solo di un’idea, ma con il passare del tempo (e le scelte da parte di Putin) diventa sempre più probabile un’austerity energetica. Tuttavia, il primo dubbio riguarda i controlli. Ad oggi, infatti, non è chiaro quale sarà il modo per controllare se i cittadini rispettano le indicazioni del governo. C’è chi parla di controllori che effettuano indagini direttamente bussando alle porte di casa, ma per ora sembra siano solo ipotesi.

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