Negli ultimi mesi si sono susseguite una serie di evenienze che hanno messo il paese in una scomodissima posizione. La guerra in Ucraina, con conseguente inflazione, unita ai problemi della pandemia gettano l’Italia in crisi economia. Ecco come il Governo intende agire.
Nonostante si cerchi ancora di arrivare alla fine delle riforme per tenere il passo con PNRR, il Governo non può voltare le spalle a quella che è, a conti fatti, una delle crisi economiche più gravi da che se ne ha memoria.
L’inflazione, portata dall’amento esponenziale dei costi del carburante e dell’energia elettrica, è ormai salito a 8 punti percentuali. Questo, unito alla già martoriata situazione economia del pos-pandemia, ha lasciato gli italiani con pochissimo potere d’acquisto. Per l’inflazione, fa sapere il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, lo Stato ha già stanziato un totale di 33 miliardi di euro, ma c’è ancora altro da fare. Si parla di interventi mirati, che aiuti quelle fasce di popolazione colpite più duramente dal fenomeno.
A preoccupare sono maggiormente i lavoratori. Se per quanto riguarda le pensioni lo Stato ha già lo strumento, sempre importante, della rivalutazione in base al variare dell’inflazione, gli stipendi dei lavoratori non prevedono strumenti del genere, così sono i lavoratori a subire maggiormente il peso dei costi in costante aumento. Il risultato è che in Italia abbiamo tra il 12% e il 13% di lavoratori sotto la soglia della povertà. Il Governo vuole intervenire sul cosiddetto “lavoro povero”. Si parla di introdurre un salario minimo di 9 euro l’ora per tutti i lavoratori, in modo da reggere l’urto degli aumenti dei prezzi di tutti i prodotti in circolazione, che ancora non accenna ad arrestarsi. Particolarmente a favore di questo tipo di intervento è il ministro del lavoro Andrea Orlando.
Il Governo intende intervenire anche con un taglio del cuneo fiscale, ovvero la differenza fra quanto spende un’impresa per un lavoratore e lo stipendio netto che arriva in busta paga. Confindustria parla di un intervento necessario di 16 miliardi di eruo, per due terzi a favore dei lavoratori e per un terzo a favore delle imprese. L’intento è quello di permettere alle imprese di pagare meno tasse sui lavoratori, diminuendo così il costo del lavoro per le imprese e permettendo di aumentare i salari. L’esecutivo intenderebbe intervenire in questo senso già a partire da quest’estate, con un primo intervento da confermare poi in autunno. Tuttavia c’è ancora il problema delle risorse, dato che un intervento economico di questo tipo richiederebbe almento 4-5 miliardi di euro per essere efficace.
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