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Supermercati senza acqua frizzante, cosa sta accadendo

Published by
Bruno Galvan

E’ allarme acqua frizzante nei supermercati. Si rischia di non vederla più negli scaffali. Le scorte stanno finendo e non ci sono alternative all’orizzonte. Il problema è la Co2.

In Italia è allarme acqua. La siccità già sta mettendo in ginocchio le regioni del Nord che non hanno abbastanza forniture di acqua naturale. La Lombardia è la regione più colpita. Il governatore Attilio Fontana ha da settimane varato un piano di emergenza per razionalizzare l’acqua naturale evitando così sprechi. Questo ha però avuto l’effetto opposto nei supermercati dove è aumentata la domanda di acqua in bottiglia. La rinuncia per alcune ore di un bene primario come l’acqua è difficile. Per questo l’acqua in bottiglia sta andando a ruba. E’ l’unico strumento a disposizione per avere sempre disponibilità per tutto il giorno senza aspettare orari prestabiliti.

Acqua frizzante a rischio nei supermercati?

La grande richiesta d’acqua potrebbe avere degli effetti negativi. A rischio ci sono infatti le acque frizzanti in bottiglia che rischiano di sparire dagli scaffali provocando non pochi problemi ai consumatori abituali. Un segnale negativo l’ha lanciato il più grosso produttore europeo di acque oligominerali il quale ha fermato le linee di produzione dei prodotti gassati per mancanza di anidride carbonica. Il problema è che le aziende che producono la Co2 preferiscono destinarla al comparto della sanità e l’acqua gassata rischia di finire presto.

Una situazione simile si era già avuta una situazione del genere. Trovare anidride carbonica per gli alimentari è diventato praticamente impossibile. Questo provocherà inevitabilmente un ulteriore rincaro sulle bottiglie d’acqua frizzanti.

Perchè l’anidride carbonica non si trova?

La colpa è della crisi energetica che rischia di colpire anche questo settore. La maggior parte dell’acqua frizzante che si trova in Italia è costituita da acqua minerale addizionata con l’anidride carbonica attraverso il processo di carbonazione.

Il corto circuito potrebbe non colpire solamente la produzione di acqua con le bollicine, ma l’intero settore alimentare; anche la produzione dolciaria ha bisogno del gas addizionato per preparare gli alimenti tanto amati dai consumatori. La situazione resta ai limiti dell’emergenza. Tra rincari materie prime, carburanti ed ora l’introvabilità dell’anidride carbonica per gli alimenti, il settore alimentare è sempre più vicino ad una crisi senza precedenti. Di riflesso anche il consumatore finale dovrà privarsi quasi certamente di un altro bene. Non bastava l’inflazione all’8%.

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