Sta montando un vero e proprio caso, o caos, relativo al cosiddetto obbligo del Pos che, per alcuni, è incostituzionale. Non sono pochi gli esperti che dicono che il divieto del contante avrà breve vita: ma che cosa accadrà, nel medio lungo termine?
Secondo alcune interpretazioni di esperti del settore, l’attuazione di un’imposizione come quella relativa all’uso del Pos e al no al contante violerebbe in modo chiaro gli articoli 41 e 3 della Carta costituzionale. Andiamo allora a vederci chiaro da questo punto di vista.
Indicare come un obbligo, per gli esercenti e i professionisti quello del dotarsi di Pos è dunque, o almeno sarebbe, una chiara ed evidente illegittimità costituzionale, e si va a prefigurare come un elemento in grado di danneggiare un’economia già indebolita da fenomeni come pandemie e guerre.
Lo ha detto di recente ad esempio Ranieri Razzante, docente di Legislazione antiriciclaggio dell’Università di Bologna oltre che esperto di Diritto dell’Economia, durante un’intervista concessa all’AdnKronos. Dunque ci sarebbe, da questo punto di vista una vera e propria violazione della Costituzione.
Obbligo del Pos, a cosa andiamo incontro
L’obbligo del Pos, dice l’esperto, tra l’altro supportato da posizioni simili, rappresenta una chiara violazione dell’articolo 41 della Costituzione e dell’articolo 3 della carta. Il tutto, poi, senza dimenticare che la stessa Banca Centrale Europea ha detto in più di un’occasione al nostro Paese ad adottare una soluzione equa.
“Non è pensabile che vari governi ancora non si siano resi conto, nonostante i richiami che l’Italia ha ricevuto dalla Bce, che obbligare all’utilizzo delle carte di credito al posto della moneta ufficiale falsa la concorrenza”, afferma l’esperto, “e soprattutto costituisce un grave vulnus all’inclusione sociale delle fasce deboli e non acculturate della popolazione”.
Il flop del Cashback è evidente, ma non è questo il problema più grave. Gli accertamenti fiscali a pioggia stanno creando danni ad imprese e commercialisti, occupati nel far quadrare i conti e al contrario costretti a seguire gli input di un’agenzia delle Entrate vincolata alla burocrazia e di pregiudizi ideologici.
Misura impossibile da attuare: si torna al contante?
Oltre che incostituzionale, il vincolo del Pos non si potrebbe attuare nel concreto in quanto sono impossibili i controlli e, per di più, le sanzioni sono potenzialmente tutte soggette a ricorsi. L’unico modo di contrastare l’evasione fiscale, aggiunge il docente, è il ‘fisco amico’ che, secondo gli esperti, non arriva mai.
Tra le contestazioni per di più partono anche dalle proteste degli esercenti per quanto riguarda le commissioni per i pagamenti con carte che sono tra le più alte al mondo.
Posto il fatto che la moneta ufficiale per gli scambi è al momento l’Euro, spiega ancora una volta Razzante, tutti “gli altri strumenti di pagamento sono valide ed utili alternative”.
Le uniche limitazioni previste dalla normativa comunitaria sono quelle relative all’uso del contante, che procedono di pari passo con le leggi antiriciclaggio. “In questo periodo storico”, dichiara in conclusione il docente,”non possiamo permetterci ulteriori lacci a un’economia già fiaccata da pandemie e guerre certamente non volute. La politica concorda sulla riduzione del cuneo fiscale, allora si muova!”