Nell’ottica di un risparmio energetico funzionale spunta una domanda che, per quanto banale possa sembrare, chiarisce molto sul tema: quanto si consuma nell’aprire la porta del frigorifero? Andiamo a capire un meccanismo esemplare relativo al nostro modo di usare o meno le fonti energetiche.
Aprire la porta del frigorifero ha un impatto che molti di noi non considerano in relazione a quelli che sono poi i costi sulla bolletta dell’energia elettrica e sull’ambiente. Ecco quanto è questo costo e perché dovrebbe esser fatta molta attenzione sul tema.
Quante volte ci è successo di lasciare il frigorifero aperto, mentre si mette a posto la spesa o magari si sta pensando a cosa preparare per cena o nel decidere cosa spizzicare a merenda? Eppure, quel gesto, anche se quasi automatico, ci costa, e neanche poco.
Quando apriamo il frigorifero, infatti, consentiamo all’aria calda di entrare all’interno, obbligando così il compressore ad attivarsi per rigettarla via e ripristinare la temperatura fredda regolata col termostato. Ogni volta che apriamo questo elettrodomestico, pertanto, aumentiamo il consumo energetico e intanto peggioriamo il nostro impatto sull’ambiente.
Ovvio, poi, maggiore è la temperatura ambientale della cucina, dove in genere si trova il frigorifero, e più gravi sono gli effetti sulla bolletta.
Quando poi fa caldo e, per di più, i una fase di prezzi dell’energia elettrica al rialzo, aprire troppo il frigorifero può generare conseguenze negative sui consumi. Ma quanto consuma, davvero, il meccanismo del tenere aperta la porta del frigorifero?
A dire il vero il consumo è influenzato da una serie ampia di elementi. Potenza dell’elettrodomestico, temperatura ambientale e temperatura interna, e non solo. Anche dal tempo in cui lo si tiene aperto e quante volte nel corso di un giorno, e quali cose sono conservate all’interno e non soltanto.
Malgrado questo, svariati studi specie sui tipici frigoriferi “medi” presenti nelle cade delle famiglie italiane hanno permesso di capire che il tenere aperta la porta del frigorifero costa in media per ben il 7 percento del consumo totale dell’elettrodomestico.
Secondo altri studi, aprire e chiudere la porta del frigorifero può portare a uno spreco di energia compreso tra i 50 e i 120 kWh (kilowattora o chilowattora): basti pensare che 50 chilowattora sono pari più o meno a venti cicli di lavastoviglie, mentre 100 kWh a cinquanta cicli di lavatrice, circa uno a settimana per un anno intero.
Analisi approfondite hanno poi stimato il consumo dei frigoriferi in oltre 230 case stabilendo che la fetta principale del consumo (75 percento) discende dalla temperatura ambientale. Il 10 percento è connesso invece allo sbrinamento, un impatto alquanto contenuto, mentre le interazioni derivate proprio dell’aprire la porta hanno un peso pari al 15 percento.
Ma il dato è molto variabile, perché questa fetta può arrivare fino al 45 percento nelle famiglie numerose, nelle quali il frigo si apre e chiude in modo molto più specifico.
Per capire quanto è elevato l’impatto energetico dei frigoriferi aperti, basti ricordare che secondo uno studio presentato dalla BBC nel Regno Unito si potrebbe risparmiare l’1% del consumo elettrico totale annuale se tutti i supermercati avessero la sezione frigo chiusa con uno sportello.
I market pagherebbero il 33 percento in meno le bollette e si potrebbero risparmiare ben 2.000 tonnellate di carbonio ogni anno. Anche in Italia molti supermercati hanno il banco frigo esposto, senza porte, con un costo energetico e climatico davvero superiore.
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