Tutti i maggiori aumenti sui prodotti alimentari nel 2022: la statistica fa paura su alcuni alimenti primari
I rincari dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina stanno avendo importanti e gravi conseguenze nei prezzi del carrello della spesa, con aumenti che colpiscono duramente le imprese e i lavoratori. Uno studio della Coldiretti entra nel dettaglio di questi aumenti, con una lista dei prodotti maggiormente aumentati sugli scaffali, sulla base delle rilevazioni Istat sull’inflazione di giugno 2022.
Andiamo allora a vedere quali sono i prodotti che ora i cittadini dovranno pagare molto di più rispetto a prima. Al primo posto c’è l’olio di semi, salito addirittura del 68,8% e che è diventato ormai introvabile. Al secondo posto c’è invece il burro con un netto +27,7%, mentre al terzo posto si posiziona la farina che è aumentata di oltre il 20%.
Supermercato, tutti i rincari
Una classifica che vede però l’aumento di molti altri prodotti primari, tra cui la nostra tanto cara pasta (+18,3%) e la margarina (+16,8%). Al sesto e al settimo posto di questa speciale classifica dei rincari ci son altri due alimenti importanti come la carne di pollo e il riso. Per quest’ultimo diecimila ettari seminati in meno rispetto all’anno scorso a causa della siccità, che sta tagliando anche i raccolti.
Tra gli altri aumenti importanti non si può non citare quello delle uova (13,6%9 e quello della patatine fritte (13,5%). Questa impennata costerà agli italiani oltre 8 miliardi di euro nel 2022 solo per le spese alimentari. Ma l’aumento dei costi colpisce in modo pesante l’intera filiera agroalimentare. Un’azienda agricola su 10 è in condizioni talmente critiche da portare alla cessazione dell’attività, mentre una su tre lavora con reddito negativo secondo il Crea.
In agricoltura si registrano aumenti che vanno dal +170% dei concimi al + 90% dei mangimi e +129 del gasolio. “Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.